Diverse sono le domande che sottendono questo saggio, che proverà a essere uno strumento sia per introdurre alcune questioni relative alla pedagogia della composizione architettonica e al lavoro dell’architetto ma anche, o forse soprattutto, per ampliare una discussione critica nel nostro tempo presente fondamentalmente immerso nella realtà virtuale e nei meccanismi che ci rendono dipendenti dall’esperire immagini tramite dispositivi digitali in fretta. A partire dalla più ovvia: quale è ancora la necessità di imparare a pensare, progettare e costruire modelli fisici in scala, oggetti strumentali che potrebbero apparire – ad uno sguardo iper-contemporaneo – insostenibili, inattuali e soprattutto sovrapponibili e potenzialmente sostituibili d’emblée da pratiche più performanti, economiche e facilmente condivisibili? Quale ruolo possono assumere alcuni tipi di modelli in scala per delineare gli argini della comprensione del reale allo scopo di educare la mente a pensare lo spazio? Quali caratteristiche specifiche possiedono certi modelli fisici tali da poter resistere come elementi portatori di senso, nella incessante evoluzione tecnologica nella quale agiamo?
Il recinto di kairós. Sul modello e la sua autonomia / Calderoni, Alberto. - 36:(2023), pp. 1-84.
Il recinto di kairós. Sul modello e la sua autonomia
Alberto Calderoni
2023
Abstract
Diverse sono le domande che sottendono questo saggio, che proverà a essere uno strumento sia per introdurre alcune questioni relative alla pedagogia della composizione architettonica e al lavoro dell’architetto ma anche, o forse soprattutto, per ampliare una discussione critica nel nostro tempo presente fondamentalmente immerso nella realtà virtuale e nei meccanismi che ci rendono dipendenti dall’esperire immagini tramite dispositivi digitali in fretta. A partire dalla più ovvia: quale è ancora la necessità di imparare a pensare, progettare e costruire modelli fisici in scala, oggetti strumentali che potrebbero apparire – ad uno sguardo iper-contemporaneo – insostenibili, inattuali e soprattutto sovrapponibili e potenzialmente sostituibili d’emblée da pratiche più performanti, economiche e facilmente condivisibili? Quale ruolo possono assumere alcuni tipi di modelli in scala per delineare gli argini della comprensione del reale allo scopo di educare la mente a pensare lo spazio? Quali caratteristiche specifiche possiedono certi modelli fisici tali da poter resistere come elementi portatori di senso, nella incessante evoluzione tecnologica nella quale agiamo?File | Dimensione | Formato | |
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