Era il 1989 quando, dalle pagine di Casabella, Bernardo Secchi scriveva: le condizioni sono cambiate: progettare vuol dire oggi affrontare problemi, utilizzare metodi, esprimere intenzioni differenti da un pur recente passato. (Secchi, 1984). A distanza di più di quarant’anni dalla pubblicazione di quel numero della rivista, le condizioni sono “nuovamente” cambiate. Come negli anni ’80 un processo lento e graduale cominciato in maniera latente e progressiva si mostra oggi in tutta la sua drammaticità esplosa sotto i colpi della crisi economica prima, della pandemia Covid 19 e ora della guerra in Europa… fenomeni “altri” rispetto alla disciplina, stanno modificando fortemente lo spazio fisico e il senso stesso dei luoghi in cui abitiamo. Domande diverse che l’architettura sta provando a intercettare. Ceci tuera cela sosteneva il perverso monaco Claude Frollo in Notre Dame de Paris prefigurando la sconfitta della sapienza simbolica, incarnata nella cattedrale, rispetto al sapere razionale, rappresentato dal libro. La storia dell’umanità e, certamente, quella della ricerca architettonica dimostra che nulla sostituisce nulla ma che il sapere procede per percorsi intricati, talvolta per ripensamenti, talaltra per scatti in avanti. Conoscere il passato per capire il presente e per tentare (almeno) di prefigurare un futuro è forse l’ unica, vera attività di ricerca in architettura. In questo articolo si prova a ricostruire una storia, creando connessioni tra posizioni teoriche e culturali apparentemente distanti, per capire dove siamo arrivati e come potremmo proseguire.
Ieri, oggi e domani. Yesterday, today and tomorrow / Scala, Paola. - In: U+D, URBANFORM AND DESIGN. - ISSN 2384-9207. - 17/18:(2022), pp. 178-183.
Ieri, oggi e domani. Yesterday, today and tomorrow
Scala Paola
2022
Abstract
Era il 1989 quando, dalle pagine di Casabella, Bernardo Secchi scriveva: le condizioni sono cambiate: progettare vuol dire oggi affrontare problemi, utilizzare metodi, esprimere intenzioni differenti da un pur recente passato. (Secchi, 1984). A distanza di più di quarant’anni dalla pubblicazione di quel numero della rivista, le condizioni sono “nuovamente” cambiate. Come negli anni ’80 un processo lento e graduale cominciato in maniera latente e progressiva si mostra oggi in tutta la sua drammaticità esplosa sotto i colpi della crisi economica prima, della pandemia Covid 19 e ora della guerra in Europa… fenomeni “altri” rispetto alla disciplina, stanno modificando fortemente lo spazio fisico e il senso stesso dei luoghi in cui abitiamo. Domande diverse che l’architettura sta provando a intercettare. Ceci tuera cela sosteneva il perverso monaco Claude Frollo in Notre Dame de Paris prefigurando la sconfitta della sapienza simbolica, incarnata nella cattedrale, rispetto al sapere razionale, rappresentato dal libro. La storia dell’umanità e, certamente, quella della ricerca architettonica dimostra che nulla sostituisce nulla ma che il sapere procede per percorsi intricati, talvolta per ripensamenti, talaltra per scatti in avanti. Conoscere il passato per capire il presente e per tentare (almeno) di prefigurare un futuro è forse l’ unica, vera attività di ricerca in architettura. In questo articolo si prova a ricostruire una storia, creando connessioni tra posizioni teoriche e culturali apparentemente distanti, per capire dove siamo arrivati e come potremmo proseguire.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.