Il saggio è incentrato sull'esame del carteggio amoroso tra uno dei maggiori critici del Novecento italiano, Oreste Macrí (Maglie, 1913 – Firenze, 1998), e la moglie Albertina Baldo, lungo ben cinquantadue anni. Si sofferma sul modo in cui la figura dell'amato/a viene interpretata e nell'assunzione di una molteplicità di ruoli da parte di entrambi: ciascuno dei due rappresenta per l'Altro l'Unico, 'l'immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità del mio desiderio' (p.70); sulla natura del genere epistolare poiché il rapporto tra i due si costruisce attraverso la formazione di un preciso codice di scambio sentimentale; riflette inoltre sulla sacralità della parola, in quanto l'unione tra Oreste e Albertina si radica all'insegna del binomio phos/logos: la parola squarcia il silenzio e viaggia sulla carta da lettera. Conclude con il topos dell'ineffabilità del sentimento amoroso che neppure la parola è in grado di riuscire a rivelarne la natura divina. Il rapporto amoroso è garanzia di eternità contro lo sperpero nel nulla dell'esistenza.
La severa comunione della scrittura. Note su un carteggio privato / Donati, Riccardo. - In: QUADERNI DEL '900. - ISSN 1720-0180. - xiii, 13:(2013), pp. 63-81.
La severa comunione della scrittura. Note su un carteggio privato
DONATI, RICCARDO
2013
Abstract
Il saggio è incentrato sull'esame del carteggio amoroso tra uno dei maggiori critici del Novecento italiano, Oreste Macrí (Maglie, 1913 – Firenze, 1998), e la moglie Albertina Baldo, lungo ben cinquantadue anni. Si sofferma sul modo in cui la figura dell'amato/a viene interpretata e nell'assunzione di una molteplicità di ruoli da parte di entrambi: ciascuno dei due rappresenta per l'Altro l'Unico, 'l'immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità del mio desiderio' (p.70); sulla natura del genere epistolare poiché il rapporto tra i due si costruisce attraverso la formazione di un preciso codice di scambio sentimentale; riflette inoltre sulla sacralità della parola, in quanto l'unione tra Oreste e Albertina si radica all'insegna del binomio phos/logos: la parola squarcia il silenzio e viaggia sulla carta da lettera. Conclude con il topos dell'ineffabilità del sentimento amoroso che neppure la parola è in grado di riuscire a rivelarne la natura divina. Il rapporto amoroso è garanzia di eternità contro lo sperpero nel nulla dell'esistenza.File | Dimensione | Formato | |
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