La crisi finanziaria globale ha rafforzato lo stigma della “inevitabilità” del sostegno pubblico in caso di eventi patologici di rilevanza sistemica, in adesione ad un modello in cui la formalizzazione dell’intervento statale, secondo gradazioni e modalità diversificate, assurge a momento imprescindibile per il superamento della crisi stessa. Il carattere “sistemico” della crisi, in uno con il rafforzamento della dimensione sociale europea degli aiuti di Stato, ha comportato una rivalutazione degli interessi pubblici “generali” da tutelare, talora anche a costo di mettere in discussione consolidati presidi di tutela della concorrenza. Il processo di riforma della disciplina di cui agli artt. 107-109 Tfue si colloca nella cornice di strumenti e obiettivi contemplati dal nuovo plesso normativo delle crisi, varato a livello europeo all’interno del più ampio progetto dell’Unione bancaria. Il cambio di paradigma che ne è scaturito, favorito dall’idiosincrasia alla collettivizzazione delle perdite e dal tramonto di un sistema fondato sul bail-out , costituisce il cardine intorno a cui ruotano le coordinate del nuovo ordine. Scopo del presente volume è di porre in evidenza la dinamica evolutiva recente e la rilevanza assunta all’interno della stessa regolamentazione bancaria dalle disposizioni in materia di aiuti di Stato come parametro istituzionale di riferimento per la gestione ordinata del dissesto degli enti creditizi. Nel ricollegare le due anime di questo complesso ordito disciplinare, trova conferma una sorta di “eterogenesi dei fini” che induce a ragionare sulle conseguenze di un assetto dove disarmonie e squilibri sembrano mettere in discussione la coerenza di fondo del substrato normativo di tale composito edificio. L’intento ultimo è quello di fornire in tale ambito una visione di insieme dell’archetipo teorico degli aiuti di Stato da contrapporre al modello decisorio-interventistico che si è andato affermando nella realtà applicativa allorché l’elemento giuridico spesso tende a confondersi e a sovrapporsi con complesse considerazioni di carattere economico-finanziario e con inevitabili contaminazioni di natura politica. Anticipando parte delle conclusioni cui si giungerà, si ritiene che tali elementi di indubbia conflittualità si prestino ad essere risolti, non solo ricorrendo alle categorie tradizionali dell’interpretazione giuridica, ma anche attingendo a quei principi e valori che, in ottica evolutiva, permeano l’acquis costituzionale europeo. Ne scaturisce un’esigenza di maggiore versatilità del telaio regolatorio che impone di individuare nuovi equilibri volti a superare la rigidità dell’attuale rapporto tra regola (bail-in) ed eccezione (bail-out).
Aiuti di Stato e crisi bancarie / Scipione, Luigi. - 1:(2021), pp. IX-IVX - 1-237.
Aiuti di Stato e crisi bancarie
SCIPIONE Luigi
2021
Abstract
La crisi finanziaria globale ha rafforzato lo stigma della “inevitabilità” del sostegno pubblico in caso di eventi patologici di rilevanza sistemica, in adesione ad un modello in cui la formalizzazione dell’intervento statale, secondo gradazioni e modalità diversificate, assurge a momento imprescindibile per il superamento della crisi stessa. Il carattere “sistemico” della crisi, in uno con il rafforzamento della dimensione sociale europea degli aiuti di Stato, ha comportato una rivalutazione degli interessi pubblici “generali” da tutelare, talora anche a costo di mettere in discussione consolidati presidi di tutela della concorrenza. Il processo di riforma della disciplina di cui agli artt. 107-109 Tfue si colloca nella cornice di strumenti e obiettivi contemplati dal nuovo plesso normativo delle crisi, varato a livello europeo all’interno del più ampio progetto dell’Unione bancaria. Il cambio di paradigma che ne è scaturito, favorito dall’idiosincrasia alla collettivizzazione delle perdite e dal tramonto di un sistema fondato sul bail-out , costituisce il cardine intorno a cui ruotano le coordinate del nuovo ordine. Scopo del presente volume è di porre in evidenza la dinamica evolutiva recente e la rilevanza assunta all’interno della stessa regolamentazione bancaria dalle disposizioni in materia di aiuti di Stato come parametro istituzionale di riferimento per la gestione ordinata del dissesto degli enti creditizi. Nel ricollegare le due anime di questo complesso ordito disciplinare, trova conferma una sorta di “eterogenesi dei fini” che induce a ragionare sulle conseguenze di un assetto dove disarmonie e squilibri sembrano mettere in discussione la coerenza di fondo del substrato normativo di tale composito edificio. L’intento ultimo è quello di fornire in tale ambito una visione di insieme dell’archetipo teorico degli aiuti di Stato da contrapporre al modello decisorio-interventistico che si è andato affermando nella realtà applicativa allorché l’elemento giuridico spesso tende a confondersi e a sovrapporsi con complesse considerazioni di carattere economico-finanziario e con inevitabili contaminazioni di natura politica. Anticipando parte delle conclusioni cui si giungerà, si ritiene che tali elementi di indubbia conflittualità si prestino ad essere risolti, non solo ricorrendo alle categorie tradizionali dell’interpretazione giuridica, ma anche attingendo a quei principi e valori che, in ottica evolutiva, permeano l’acquis costituzionale europeo. Ne scaturisce un’esigenza di maggiore versatilità del telaio regolatorio che impone di individuare nuovi equilibri volti a superare la rigidità dell’attuale rapporto tra regola (bail-in) ed eccezione (bail-out).File | Dimensione | Formato | |
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