Il dibattito sulle cosidde!e politiche di reddito minimo è ormai al centro delle agende democratiche. Queste hanno certamente dato prova di poter almeno in parte contrastare povertà – anche familiare – ed esclusione sociale. E tuttavia, con il ciclo di austerity e ancora con la crisi pandemica, per molte delle democrazie a capitalismo maturo si pone il tema di una revisione del sistema di welfare che sia capace di rendere sostenibile livelli di diseguaglianza tendenzialmente in aumento, per il crescere di fenomeni come l’automazione, la delocalizzazione produttiva, la disoccupazione involontaria. In questo senso pone qualche interrogativo il consenso crescente che segmenti di opinione tra loro apparentemente opposti – di stampo sia tecno-liberale come di opposizione populista – stanno manifestando non solo verso l’istituzionalizzazione e l’allargamento delle misure di reddito minimo, ma più in generale di una politica di welfare sempre più centrata su misure di trasferimento di reddito, che lascia intravedere in prospettiva l’affermazione di modelli di politica sociale income-based, ovvero centrati su misure individualizzate di trasferimento monetario di reddito, come, ad esempio, il reddito di base o basic income. Siamo forse di fronte alla prospe!iva di una democrazia del reddito che, più che rimuovere gli ostacoli di dise- guaglianza a!raverso la promozione ci!adinanza democratica a!iva – se non labor-based – come nella demo- crazia del welfare, si limiterà ad istituzionalizzare complessi di politica sociale basati sul trasferimento di una equa dote monetaria di inclusione su base individuale? Che tipo di implicazioni questo avrebbe in termini di disarticolazione del tessuto sociale su cui si regge la democrazia? E che impa!o hanno, anche già le politiche del reddito minimo, sul ruolo di intermediazione e aggregazione sociale svolto dai sogge!i del terzo se!ore? L’articolo si propone di affrontare queste domande, sia attraverso una parte di framing e analitica che discute i dilemmi teorici riguardanti le basi morali della politica sociale, sia ricorrendo ad un caso empirico, e in particolare valutando l’impatto in termini di coinvolgimento del terzo se!ore dei Proge!i utili alla comunità (PUC) programmati, attraverso il PON Inclusione, con il fine di realizzare l’inserimento sociale dei beneficiari del Reddito di Ci!adinanza (RDC).

La sostenibilità di una politica sociale income-based: gli effetti del reddito di cittadinanza sullo spazio di intermediazione del terzo settore. Una prima analisi sui piani di inserimento sociale e i progetti utili alla comunità / Vittoria, Armando. - In: IMPRESA SOCIALE. - ISSN 2282-1694. - 3(2021), pp. 18-28.

La sostenibilità di una politica sociale income-based: gli effetti del reddito di cittadinanza sullo spazio di intermediazione del terzo settore. Una prima analisi sui piani di inserimento sociale e i progetti utili alla comunità.

armando vittoria
2021

Abstract

Il dibattito sulle cosidde!e politiche di reddito minimo è ormai al centro delle agende democratiche. Queste hanno certamente dato prova di poter almeno in parte contrastare povertà – anche familiare – ed esclusione sociale. E tuttavia, con il ciclo di austerity e ancora con la crisi pandemica, per molte delle democrazie a capitalismo maturo si pone il tema di una revisione del sistema di welfare che sia capace di rendere sostenibile livelli di diseguaglianza tendenzialmente in aumento, per il crescere di fenomeni come l’automazione, la delocalizzazione produttiva, la disoccupazione involontaria. In questo senso pone qualche interrogativo il consenso crescente che segmenti di opinione tra loro apparentemente opposti – di stampo sia tecno-liberale come di opposizione populista – stanno manifestando non solo verso l’istituzionalizzazione e l’allargamento delle misure di reddito minimo, ma più in generale di una politica di welfare sempre più centrata su misure di trasferimento di reddito, che lascia intravedere in prospettiva l’affermazione di modelli di politica sociale income-based, ovvero centrati su misure individualizzate di trasferimento monetario di reddito, come, ad esempio, il reddito di base o basic income. Siamo forse di fronte alla prospe!iva di una democrazia del reddito che, più che rimuovere gli ostacoli di dise- guaglianza a!raverso la promozione ci!adinanza democratica a!iva – se non labor-based – come nella demo- crazia del welfare, si limiterà ad istituzionalizzare complessi di politica sociale basati sul trasferimento di una equa dote monetaria di inclusione su base individuale? Che tipo di implicazioni questo avrebbe in termini di disarticolazione del tessuto sociale su cui si regge la democrazia? E che impa!o hanno, anche già le politiche del reddito minimo, sul ruolo di intermediazione e aggregazione sociale svolto dai sogge!i del terzo se!ore? L’articolo si propone di affrontare queste domande, sia attraverso una parte di framing e analitica che discute i dilemmi teorici riguardanti le basi morali della politica sociale, sia ricorrendo ad un caso empirico, e in particolare valutando l’impatto in termini di coinvolgimento del terzo se!ore dei Proge!i utili alla comunità (PUC) programmati, attraverso il PON Inclusione, con il fine di realizzare l’inserimento sociale dei beneficiari del Reddito di Ci!adinanza (RDC).
2021
La sostenibilità di una politica sociale income-based: gli effetti del reddito di cittadinanza sullo spazio di intermediazione del terzo settore. Una prima analisi sui piani di inserimento sociale e i progetti utili alla comunità / Vittoria, Armando. - In: IMPRESA SOCIALE. - ISSN 2282-1694. - 3(2021), pp. 18-28.
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