Il processo di costante ampliamento del novero delle opere dell'ingegno tutelate dal diritto d'autore ha indotto una crisi di identità del concetto tradizionale di creatività. Si assiste infatti ad un'espansione della tutela autoriale ai limiti del diritto industriale allo scopo di proteggere gli investimenti del settore, così determinando una prevalenza della funzione produttivistica rispetto a quella tradizionale lavoristica. In questo ambito si colloca la questione della tutela autoriale ad opere contraddistinte da un elevato contenuto tecnologico. La soluzione di richiedere un'accentuazione di rigore nell'identificazione del carattere di creatività non sembra del tutto adeguata, rispetto alle sfide della Artificial Intelligence in quanto sembra che nel futuro prossimo l'opera potrà essere il prodotto di una elaborazione della machine del tutto autonoma dall'uomo e dal risultato imprevedibile: così realizzando una sostituzione integrale sul piano soggettivo all'uomo. E ciò pone al giurista nuovi interrogativi, sul piano generale del diritto civile, in cui si discute della imputazione della responsabilità (contrattuale ed aquiliana) tramite il riconoscimento di una "soggettività parziale". Nel diritto della proprietà intellettuale sulla base delle disposizioni vigenti non può trovare spazio una tutela autoriale di un'opera di assoluta produzione artificiale, che non risulti imputabile quanto meno ad un lavoro di coordinamento umano. E tuttavia una negazione assoluta di tutela non può che essere vagliata rispetto agli effetti concorrenziali a livello globale: su questa base, si procede ad un'analisi comparativa -in una prospettiva de iure condendo- delle possibili ipotesi di approccio dell'ordinamento autoriale, in una difficile conciliazione fra interessi economici, tutela del lavoro e promozione della cultura.
TECNOLOGIA E PROPRIETA' INTELLETTUALE / Doria, Giuseppe. - In: I-LEX. - ISSN 1825-1927. - 12, 1-3(2019), pp. 83-103.
TECNOLOGIA E PROPRIETA' INTELLETTUALE
Giuseppe Doria
2019
Abstract
Il processo di costante ampliamento del novero delle opere dell'ingegno tutelate dal diritto d'autore ha indotto una crisi di identità del concetto tradizionale di creatività. Si assiste infatti ad un'espansione della tutela autoriale ai limiti del diritto industriale allo scopo di proteggere gli investimenti del settore, così determinando una prevalenza della funzione produttivistica rispetto a quella tradizionale lavoristica. In questo ambito si colloca la questione della tutela autoriale ad opere contraddistinte da un elevato contenuto tecnologico. La soluzione di richiedere un'accentuazione di rigore nell'identificazione del carattere di creatività non sembra del tutto adeguata, rispetto alle sfide della Artificial Intelligence in quanto sembra che nel futuro prossimo l'opera potrà essere il prodotto di una elaborazione della machine del tutto autonoma dall'uomo e dal risultato imprevedibile: così realizzando una sostituzione integrale sul piano soggettivo all'uomo. E ciò pone al giurista nuovi interrogativi, sul piano generale del diritto civile, in cui si discute della imputazione della responsabilità (contrattuale ed aquiliana) tramite il riconoscimento di una "soggettività parziale". Nel diritto della proprietà intellettuale sulla base delle disposizioni vigenti non può trovare spazio una tutela autoriale di un'opera di assoluta produzione artificiale, che non risulti imputabile quanto meno ad un lavoro di coordinamento umano. E tuttavia una negazione assoluta di tutela non può che essere vagliata rispetto agli effetti concorrenziali a livello globale: su questa base, si procede ad un'analisi comparativa -in una prospettiva de iure condendo- delle possibili ipotesi di approccio dell'ordinamento autoriale, in una difficile conciliazione fra interessi economici, tutela del lavoro e promozione della cultura.File | Dimensione | Formato | |
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