La rete delle città irpine e il sistema integrato dei trasporti La Provincia di Avellino con la sua armatura urbana storica - 118 comuni distribuiti su una superficie di 2.806 chilometri quadrati- è di vitale importanza nell’organizzazione territoriale appenninica, per il collegamento dei versanti tirrenico e adriatico della Regione Campania. La Provincia, tuttavia, continua a registrare precarie condizioni demografiche, pur se presenta buoni indici di specializzazione funzionale, rispetto al contesto regionale, nel settore della produzione di beni e servizi; e, diversamente dalla Provincia di Napoli, fornisce un contributo positivo al PIL regionale e nazionale, come, ad esempio, nel comparto agro-alimentare. Essa offre una sostenibilità ambientale teorica all’impatto antropico pari a più di 1.400.000 abitanti – considerando come più che ammissibile una densità territoriale media pari a circa 500 abitanti per chilometro quadrato così com’è attualmente registrato a scala regionale – mentre, al contrario, ne ha poco meno di 420.000 residenti, facendo registrare, dunque, una densità territoriale media di circa 150 abitanti per chilometro quadrato di superficie territoriale. Se tale dato si confronta con quello della densità territoriale media della Provincia di Napoli, oggi Città Metropolitana, che si aggira intorno ai 2.600 abitanti per chilometro quadrato, si può comprendere il grave squilibrio che esiste tra la sovrappopolazione e sovra-urbanizzazione della metropoli napoletana e la desertificazione intellettuale e la disgregazione dell’armatura urbana dei Centri storici e delle Città irpine. Tale squilibrio è certamente conosciuto e ampiamente documentato in ogni strumento di assetto e governo del territorio sia a scala regionale che provinciale e ha raggiunto dimensioni talmente gravi da costituire un fattore di “doppia diseconomia” per il funzionamento dei servizi ai cittadini. Non vi è Piano o progetto che in passato come oggi non si ponga come obiettivo il Riequilibrio della Regione Campania per la risoluzione della congestione, che ormai sembra irreversibile, della fascia costiera e lo spopolamento delle aree interne appenniniche. Con lo studio pubblicato nel 2009, Il Riequilibrio territoriale della Regione Metropolitana Campana: dai 551 Comuni al Piano delle 120 Città Medie, si è inteso proporre la riorganizzazione politica ed amministrativa di tutti i Comuni della Campania in Municipalità più omogenee sia dal punto di vista delle caratteristiche ambientali che storiche e socio-economiche anche alla luce dell’evoluzione definita dal Piano Territoriale della Regione Campania del 2006 e i successivi Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali. L’obiettivo, tuttora valido, è quello di organizzare un insieme di “città nuove” mettendo in moto un processo di formazione di consorzi di piccoli e medi comuni, per i quali è possibile ipotizzare un incremento demografico e il recupero del patrimonio edilizio esistente in funzione della sostenibilità territoriale all’impatto antropico, articolati in comprensori: le nuove città. Il modello alternativo proposto di assetto regionale prevede l’accorpamento dei 118 comuni della Provincia di Avellino in 23 Municipalità unificate in 'città-comprensori'. I comprensori definiti in prima istanza - l’ipotesi è comunque da verificare - sono i quattro che seguono: 1. Avellino; 2. Ariano Irpino – Grottaminarda; 3. Bisaccia – Calitri. 4. Lioni – Teora; Essi sono stati definiti sulla base di tre fattori: - la struttura geo-morfologica ed idrogeologica dei macrosistemi territoriali: la natura dei luoghi; - l’armatura urbana storica e la stratificazione dell’attività antropica del territorio: la storia; - gli indirizzi strategici dei Sistemi Territoriali di Sviluppo indicati dal PTR e lo stato dell’arte: le comunità e l’architettura del territorio.

Infrastrutture e connessioni: lo sviluppo della provincia di Avellino / Buondonno, Emma. - 1:(2019), pp. 996-1001. (Intervento presentato al convegno VIII Forum PROARCH tenutosi a Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II nel 21/23 novembre 2019).

Infrastrutture e connessioni: lo sviluppo della provincia di Avellino.

BUONDONNO, EMMA
2019

Abstract

La rete delle città irpine e il sistema integrato dei trasporti La Provincia di Avellino con la sua armatura urbana storica - 118 comuni distribuiti su una superficie di 2.806 chilometri quadrati- è di vitale importanza nell’organizzazione territoriale appenninica, per il collegamento dei versanti tirrenico e adriatico della Regione Campania. La Provincia, tuttavia, continua a registrare precarie condizioni demografiche, pur se presenta buoni indici di specializzazione funzionale, rispetto al contesto regionale, nel settore della produzione di beni e servizi; e, diversamente dalla Provincia di Napoli, fornisce un contributo positivo al PIL regionale e nazionale, come, ad esempio, nel comparto agro-alimentare. Essa offre una sostenibilità ambientale teorica all’impatto antropico pari a più di 1.400.000 abitanti – considerando come più che ammissibile una densità territoriale media pari a circa 500 abitanti per chilometro quadrato così com’è attualmente registrato a scala regionale – mentre, al contrario, ne ha poco meno di 420.000 residenti, facendo registrare, dunque, una densità territoriale media di circa 150 abitanti per chilometro quadrato di superficie territoriale. Se tale dato si confronta con quello della densità territoriale media della Provincia di Napoli, oggi Città Metropolitana, che si aggira intorno ai 2.600 abitanti per chilometro quadrato, si può comprendere il grave squilibrio che esiste tra la sovrappopolazione e sovra-urbanizzazione della metropoli napoletana e la desertificazione intellettuale e la disgregazione dell’armatura urbana dei Centri storici e delle Città irpine. Tale squilibrio è certamente conosciuto e ampiamente documentato in ogni strumento di assetto e governo del territorio sia a scala regionale che provinciale e ha raggiunto dimensioni talmente gravi da costituire un fattore di “doppia diseconomia” per il funzionamento dei servizi ai cittadini. Non vi è Piano o progetto che in passato come oggi non si ponga come obiettivo il Riequilibrio della Regione Campania per la risoluzione della congestione, che ormai sembra irreversibile, della fascia costiera e lo spopolamento delle aree interne appenniniche. Con lo studio pubblicato nel 2009, Il Riequilibrio territoriale della Regione Metropolitana Campana: dai 551 Comuni al Piano delle 120 Città Medie, si è inteso proporre la riorganizzazione politica ed amministrativa di tutti i Comuni della Campania in Municipalità più omogenee sia dal punto di vista delle caratteristiche ambientali che storiche e socio-economiche anche alla luce dell’evoluzione definita dal Piano Territoriale della Regione Campania del 2006 e i successivi Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali. L’obiettivo, tuttora valido, è quello di organizzare un insieme di “città nuove” mettendo in moto un processo di formazione di consorzi di piccoli e medi comuni, per i quali è possibile ipotizzare un incremento demografico e il recupero del patrimonio edilizio esistente in funzione della sostenibilità territoriale all’impatto antropico, articolati in comprensori: le nuove città. Il modello alternativo proposto di assetto regionale prevede l’accorpamento dei 118 comuni della Provincia di Avellino in 23 Municipalità unificate in 'città-comprensori'. I comprensori definiti in prima istanza - l’ipotesi è comunque da verificare - sono i quattro che seguono: 1. Avellino; 2. Ariano Irpino – Grottaminarda; 3. Bisaccia – Calitri. 4. Lioni – Teora; Essi sono stati definiti sulla base di tre fattori: - la struttura geo-morfologica ed idrogeologica dei macrosistemi territoriali: la natura dei luoghi; - l’armatura urbana storica e la stratificazione dell’attività antropica del territorio: la storia; - gli indirizzi strategici dei Sistemi Territoriali di Sviluppo indicati dal PTR e lo stato dell’arte: le comunità e l’architettura del territorio.
2019
9788890905490
Infrastrutture e connessioni: lo sviluppo della provincia di Avellino / Buondonno, Emma. - 1:(2019), pp. 996-1001. (Intervento presentato al convegno VIII Forum PROARCH tenutosi a Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II nel 21/23 novembre 2019).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/834759
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