Il saggio investe la categoria delle cdd. res communes omnium e le quattro figure (aer, aqua profluens, mare e litus maris) che – stando alla tradizione testuale del Corpus iuris – ne costituiscono il novero, e attribuisce a Marciano un inquadramento generale in tema di res che prescinde dalle anteriori tendenze giurisprudenziali giacché propenso a ‘scomporre’ in particolare la consolidata categoria delle res publicae nel binomio di specie res communes omnium / res universitatis. Tale originale inquadramento, tuttavia, sembra frainteso dai giustinianei, i quali – forse a causa di un equivoco interpretativo nascente dalla (atecnica) qualifica di ‘publica’ attribuita dallo stesso giurista severiano a flumina e portus (D. 1, 8, 4, 1) – possono appunto aver inserito nella lezione proposta da I. 2, 1 pr. (Quaedam [sc. res] enim naturali iure communia sunt omnium, quaedam publica, quaedam universitatis, quaedam nullius, pleraque singulorum ...) anche le res publicae (dal canto loro ‘superate’ nella visione marcianea e dunque non contemplate nel quasi identico testo di D. 1, 8, 2 pr.), creando così la celebre discrasia logica fra le due testimonianze.
“Res communes omnium”: tra Marciano e Giustiniano / Basile, Raffaele. - In: KOINONIA. - ISSN 0393-2230. - 44:1(2020), pp. 119-137.
“Res communes omnium”: tra Marciano e Giustiniano
Raffaele Basile
2020
Abstract
Il saggio investe la categoria delle cdd. res communes omnium e le quattro figure (aer, aqua profluens, mare e litus maris) che – stando alla tradizione testuale del Corpus iuris – ne costituiscono il novero, e attribuisce a Marciano un inquadramento generale in tema di res che prescinde dalle anteriori tendenze giurisprudenziali giacché propenso a ‘scomporre’ in particolare la consolidata categoria delle res publicae nel binomio di specie res communes omnium / res universitatis. Tale originale inquadramento, tuttavia, sembra frainteso dai giustinianei, i quali – forse a causa di un equivoco interpretativo nascente dalla (atecnica) qualifica di ‘publica’ attribuita dallo stesso giurista severiano a flumina e portus (D. 1, 8, 4, 1) – possono appunto aver inserito nella lezione proposta da I. 2, 1 pr. (Quaedam [sc. res] enim naturali iure communia sunt omnium, quaedam publica, quaedam universitatis, quaedam nullius, pleraque singulorum ...) anche le res publicae (dal canto loro ‘superate’ nella visione marcianea e dunque non contemplate nel quasi identico testo di D. 1, 8, 2 pr.), creando così la celebre discrasia logica fra le due testimonianze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.