Le esigenze di sicurezza sociale, pur esprimendo una legittima aspirazione, hanno comportato la perdita di centralità del contraddittorio come metodo costituzionale di ricostruzione processuale di un accadimento storico. Si è avuto così il cedimento del presupposto epistemologico secondo cui la verità si manifesta, anzi si tradisce contro il volere stesso delle parti, proprio nel conflitto tra tesi e antitesi, in un rapporto di immediatezza tra giudice e prova. E sarebbe senza dubbio antidemocratico dover costatare che la gravità del reato e lo status della vittima siano elementi sufficienti ad autorizzare affievolimenti delle garanzie processuali per l'accusato, situazione soggettiva questa, che dovrebbe rispondere all'opposta regola 'morale' del processo, cioè, all'espansione delle garanzie in ragione della maggiore gravità del fatto. Non si vuole sminuire la gravità delle manifestazioni di violenza nelle relazioni tra sessi, di cui gli atti persecutori costituiscono un reato 'spia', ma si vuole richiamare l'attenzione sulla spettacolarizzazione del fenomeno da parte dei mass media, che alimenta soltanto le tendenze autoritarie della giustizia criminale.
Stalking: prova dello stato d'ansia, sorveglianza speciale e possibili prospettive di giustizia riparativa / Iasevoli, C.. - In: DIRITTO E GIUSTIZIA MINORILE. - ISSN 2280-4323. - 1/2(2019), pp. 120-131.
Stalking: prova dello stato d'ansia, sorveglianza speciale e possibili prospettive di giustizia riparativa
C. Iasevoli
2019
Abstract
Le esigenze di sicurezza sociale, pur esprimendo una legittima aspirazione, hanno comportato la perdita di centralità del contraddittorio come metodo costituzionale di ricostruzione processuale di un accadimento storico. Si è avuto così il cedimento del presupposto epistemologico secondo cui la verità si manifesta, anzi si tradisce contro il volere stesso delle parti, proprio nel conflitto tra tesi e antitesi, in un rapporto di immediatezza tra giudice e prova. E sarebbe senza dubbio antidemocratico dover costatare che la gravità del reato e lo status della vittima siano elementi sufficienti ad autorizzare affievolimenti delle garanzie processuali per l'accusato, situazione soggettiva questa, che dovrebbe rispondere all'opposta regola 'morale' del processo, cioè, all'espansione delle garanzie in ragione della maggiore gravità del fatto. Non si vuole sminuire la gravità delle manifestazioni di violenza nelle relazioni tra sessi, di cui gli atti persecutori costituiscono un reato 'spia', ma si vuole richiamare l'attenzione sulla spettacolarizzazione del fenomeno da parte dei mass media, che alimenta soltanto le tendenze autoritarie della giustizia criminale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


