Il concetto di “paratesto”, introdotto da Gérard Genette (1987), è applicabile con profitto ai libri manoscritti e a quelli a stampa prodotti nel corso dei secoli XV-XVII. In questo periodo, una gran parte della produzione libraria riguardò opere antiche pubblicate ora in originale, ora in traduzioni latine o in vernacolo; altre volte a tali opere furono affiancate varie tipologie di commenti e discussioni erudite. In questo processo di pubblicazione dei testi antichi si verifica un tipo di relazione inconsueto tra “autore” e libro, in quanto l’autore antico è pubblicato attraverso nuove e “ingombranti” figure di mediatori, quali il curatore dell’edizione o lo stesso stampatore. Le alterità prodotte dal nuovo mezzo di pubblicazione e da questo cortocircuito tra l’autore antico e colui che decide di rimetterlo in circolazione impongono a quest’ultimo di dare ragione al pubblico di lettori delle proprie scelte editoriali: la sede privilegiata, in cui esporre le motivazioni che hanno indotto a riproporre un autore antico, è rappresentata da alcune sezioni paratestuali, soprattutto quelle iniziali e finali, come la dedica o l’Epistola lectori, vera novità introdotta dalla stampa; inoltre, le finalità scolastiche o erudite di molte edizioni di classici favoriscono lo sviluppo di indici sempre più ricchi e dettagliati, che permettono una lettura selettiva, ad locum o ad indicem appunto, che rappresenta un nuovo modo di leggere i classici rispetto alle epoche precedenti. Il volume offre un’ampia casistica di episodi “editoriali” nei quali l’elemento paratestuale gioca un ruolo di primo piano. Si analizzano dunque le modalità in cui vengono introdotte, commentate, glossate, indicizzate opere di autori greci (Erodoto, Aristotele, Plutarco, Cassio Dione, Museo) e latini (Virgilio, Catullo, Properzio, Tibullo, Ovidio, Persio) soffermandosi anche sui loro editori e commentatori, spesso celebri umanisti (Mattia Palmieri, Niccolò Perotti, Pomponio Leto alias Sabino, Aldo Manuzio, Ambrogio Leone, Erasmo da Rotterdam, Beato Renano, Pier Vettori), senza infine trascurare alcuni casi significativi di paratesti a edizioni di “nuovi” classici (Sannazaro, Garcilaso de la Vega).

I paratesti nelle edizioni a stampa dei classici greci e latini (XV-XVIII sec.) / Miletti, Lorenzo; Abbamonte, Giancarlo. - (2020).

I paratesti nelle edizioni a stampa dei classici greci e latini (XV-XVIII sec.)

Lorenzo MILETTI
;
Giancarlo ABBAMONTE
2020

Abstract

Il concetto di “paratesto”, introdotto da Gérard Genette (1987), è applicabile con profitto ai libri manoscritti e a quelli a stampa prodotti nel corso dei secoli XV-XVII. In questo periodo, una gran parte della produzione libraria riguardò opere antiche pubblicate ora in originale, ora in traduzioni latine o in vernacolo; altre volte a tali opere furono affiancate varie tipologie di commenti e discussioni erudite. In questo processo di pubblicazione dei testi antichi si verifica un tipo di relazione inconsueto tra “autore” e libro, in quanto l’autore antico è pubblicato attraverso nuove e “ingombranti” figure di mediatori, quali il curatore dell’edizione o lo stesso stampatore. Le alterità prodotte dal nuovo mezzo di pubblicazione e da questo cortocircuito tra l’autore antico e colui che decide di rimetterlo in circolazione impongono a quest’ultimo di dare ragione al pubblico di lettori delle proprie scelte editoriali: la sede privilegiata, in cui esporre le motivazioni che hanno indotto a riproporre un autore antico, è rappresentata da alcune sezioni paratestuali, soprattutto quelle iniziali e finali, come la dedica o l’Epistola lectori, vera novità introdotta dalla stampa; inoltre, le finalità scolastiche o erudite di molte edizioni di classici favoriscono lo sviluppo di indici sempre più ricchi e dettagliati, che permettono una lettura selettiva, ad locum o ad indicem appunto, che rappresenta un nuovo modo di leggere i classici rispetto alle epoche precedenti. Il volume offre un’ampia casistica di episodi “editoriali” nei quali l’elemento paratestuale gioca un ruolo di primo piano. Si analizzano dunque le modalità in cui vengono introdotte, commentate, glossate, indicizzate opere di autori greci (Erodoto, Aristotele, Plutarco, Cassio Dione, Museo) e latini (Virgilio, Catullo, Properzio, Tibullo, Ovidio, Persio) soffermandosi anche sui loro editori e commentatori, spesso celebri umanisti (Mattia Palmieri, Niccolò Perotti, Pomponio Leto alias Sabino, Aldo Manuzio, Ambrogio Leone, Erasmo da Rotterdam, Beato Renano, Pier Vettori), senza infine trascurare alcuni casi significativi di paratesti a edizioni di “nuovi” classici (Sannazaro, Garcilaso de la Vega).
2020
9788846759726
I paratesti nelle edizioni a stampa dei classici greci e latini (XV-XVIII sec.) / Miletti, Lorenzo; Abbamonte, Giancarlo. - (2020).
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