Molte delle riflessioni architettoniche e urbane concepite durante e dopo la pandemia Covid-19 sembrano alludere all’invenzione di nuovi paradigmi di sviluppo alternativi all’idea di città e di metropoli globale. Ma è davvero possibile questa risposta o, ancora una volta, tra l’architettura e la realtà si sta generando uno iato difficile da colmare? In quest’articolo si prova ad affrontare il tema della città post Covid-19 a partire da quella esistente e in particolare dalle periferie, da quei quartieri costruiti su un’idea di standard che nasce proprio dal rapporto architettura-salute dove però, molto spesso, il progetto sia delle abitazioni che degli spazi pubblici ha determinato luoghi astratti che rendono difficile la costruzione di reti sociali.
Luoghi elastici e progetto intermedio / Scala, P.; Pota, G.. - In: FESTIVAL DELL'ARCHITETTURA MAGAZINE. - ISSN 2039-0491. - 52(2020), pp. 92-97. [10.1283/fam/issn2039-0491/n52-2020/501]
Luoghi elastici e progetto intermedio.
scala P.;Pota G.
2020
Abstract
Molte delle riflessioni architettoniche e urbane concepite durante e dopo la pandemia Covid-19 sembrano alludere all’invenzione di nuovi paradigmi di sviluppo alternativi all’idea di città e di metropoli globale. Ma è davvero possibile questa risposta o, ancora una volta, tra l’architettura e la realtà si sta generando uno iato difficile da colmare? In quest’articolo si prova ad affrontare il tema della città post Covid-19 a partire da quella esistente e in particolare dalle periferie, da quei quartieri costruiti su un’idea di standard che nasce proprio dal rapporto architettura-salute dove però, molto spesso, il progetto sia delle abitazioni che degli spazi pubblici ha determinato luoghi astratti che rendono difficile la costruzione di reti sociali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.