Oggetto del saggio è l’analisi della categoria del riconoscimento come espressione paradigmatica della dimensione intersoggettiva della giuridicità, nella sua valenza esperienziale di disponibilità e apertura del vivente all’incontro con l’alterità, mediata dalla normatività della prassi, in modo che il riconoscimento come “principio di filosofia pratica” – affettivo, sociale, culturale, politico – declinato come “cura per l’altro” e “riconoscenza” e il riconoscimento giuridico come qualificazione formale e normativa della prassi siano intesi in condizione di continua osmosi e trasformazione reciproca, come due aspetti di un medesimo processo. Ciò può avvenire se il diritto come sistema, e le qualificazioni formali del riconoscimento giuridico, non diventino reificazioni di un sapere astratto, in parte autonomo ma avulso dalla vita e dalla storicità delle condizioni sociali, ma si alimentino di quella fiducia nella società istituita e nella vitalità sociale, in grado di trasformare la ‘ragion pratica’ degli attori sociali e creare nessi tra legalità e legittimità della dimensione giuridica del vivere sociale, tra diritto e giustizia, coinvolgendo la dimensione affettiva, culturale e politica della vita sociale nella dimensione giuridica, normativa ed effettuale del reciproco riconoscersi.
"Su diritto e riconoscimento: ripensare la giuridicità a partire dall'etica della cura e del dono" / Savona, PIER FRANCESCO. - In: DIRITTO E RELIGIONI. - ISSN 1970-5301. - i Quaderni:Supplemento(2020), pp. 3-38.
"Su diritto e riconoscimento: ripensare la giuridicità a partire dall'etica della cura e del dono"
Pier Francesco Savona
2020
Abstract
Oggetto del saggio è l’analisi della categoria del riconoscimento come espressione paradigmatica della dimensione intersoggettiva della giuridicità, nella sua valenza esperienziale di disponibilità e apertura del vivente all’incontro con l’alterità, mediata dalla normatività della prassi, in modo che il riconoscimento come “principio di filosofia pratica” – affettivo, sociale, culturale, politico – declinato come “cura per l’altro” e “riconoscenza” e il riconoscimento giuridico come qualificazione formale e normativa della prassi siano intesi in condizione di continua osmosi e trasformazione reciproca, come due aspetti di un medesimo processo. Ciò può avvenire se il diritto come sistema, e le qualificazioni formali del riconoscimento giuridico, non diventino reificazioni di un sapere astratto, in parte autonomo ma avulso dalla vita e dalla storicità delle condizioni sociali, ma si alimentino di quella fiducia nella società istituita e nella vitalità sociale, in grado di trasformare la ‘ragion pratica’ degli attori sociali e creare nessi tra legalità e legittimità della dimensione giuridica del vivere sociale, tra diritto e giustizia, coinvolgendo la dimensione affettiva, culturale e politica della vita sociale nella dimensione giuridica, normativa ed effettuale del reciproco riconoscersi.File | Dimensione | Formato | |
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