“Il nostro ambiente è saturo di colori che, di giorno e di notte, negli spazi pubblici e in quelli privati, stridendo o sussurrando, esigono la nostra attenzione. […] Noi siamo letteralmente immersi in colori carichi di significato, e veniamo programmati con i colori. Essi costituiscono un aspetto del mondo codificato in cui dobbiamo vivere” (V. Flusser 2004, 3). In architettura il colore rappresenta le superfici, le configura e le condiziona. Se la materia è lo strumento del costruire e la luce rappresenta la vita, il colore è ciò che tiene insieme questi due elementi espressivi: è la risposta della materia alla luce” (Casalini 2015, 53). Se si fa riferimento alla radice latina da cui proviene la parola colore, colorem – coprire, nascondere – è possibile ricondurre l’azione di tingere una superficie ad un tentativo di mascherare ciò che esiste, ad uno stratagemma per rappresentare qualcosa di non reale. La scelta del colore in architettura è quindi capace di nascondere e allo stesso tempo rendere prezioso un contenuto: è una “pelle” in grado di “proteggere” ciò su cui viene applicato svolgendo, allo stesso tempo, una funzione estetico/percettiva (Cfr. Donghi, 1925, 299). L’uso del colore ha un rapporto diretto con l’espressività, con il messaggio che il progettista intende trasmettere e ha da sempre posseduto una funzione culturale: quella di rappresentare la contemporaneità. Oggetto di lunghe controversie per tutto il corso del XX secolo, è sempre stato un mezzo di comunicazione. “Demonizzato” da John Ruskin, che considerava i colori propri dei materiali da costruzione gli unici da poter utilizzare, impiegato esclusivamente in maniera “ornamentale” durante l’Art Nouveau, acquisisce una potenzialità spaziale con il Bauhaus, grazie alle esperienze della avanguardie pittoriche di cubisti e astrattisti, per poi dare vita durante il Movimento Moderno, unitamente alla forma dell’architettura, ad una nuova idea di spazio dominata dal movimento. Elemento strutturale – come nell’opera di Theo Van Doesburg – , in alcuni casi, strumento di riqualificazione urbana – come nell’opera di Bruno Taut – , il colore viene riconosciuto “quale mezzo espressivo in grado di influenzare la percezione dello spazio rendendo oggettivo il [suo] ruolo simbolico-sociale […] e, non meno importante, la sua influenza sulla psicologia dell’uomo” (Mottura, 2016,14). Il presente saggio indaga il rapporto tra interno architettonico e colore a partire dal graduale e apparente disinteresse per gli aspetti cromatici dell’architettura. Se l’architettura si è, ad eccezione di pochi casi, prima “mascherata” di bianco e vestita nella contemporaneità delle più varie decorazioni, il colore ha sempre abitato il suo interno, trasformando lo stesso in una inaspettata rivelazione.

Interni a colori. Dalla Polychromie Architecturale all’uso di nuovi materiali e media / Saitto, V. - XIII A:(2017), pp. 274-283. (Intervento presentato al convegno XIII conferenza italiana del colore tenutosi a Napoli nel 11-12 settembre 2017).

Interni a colori. Dalla Polychromie Architecturale all’uso di nuovi materiali e media

Saitto V
2017

Abstract

“Il nostro ambiente è saturo di colori che, di giorno e di notte, negli spazi pubblici e in quelli privati, stridendo o sussurrando, esigono la nostra attenzione. […] Noi siamo letteralmente immersi in colori carichi di significato, e veniamo programmati con i colori. Essi costituiscono un aspetto del mondo codificato in cui dobbiamo vivere” (V. Flusser 2004, 3). In architettura il colore rappresenta le superfici, le configura e le condiziona. Se la materia è lo strumento del costruire e la luce rappresenta la vita, il colore è ciò che tiene insieme questi due elementi espressivi: è la risposta della materia alla luce” (Casalini 2015, 53). Se si fa riferimento alla radice latina da cui proviene la parola colore, colorem – coprire, nascondere – è possibile ricondurre l’azione di tingere una superficie ad un tentativo di mascherare ciò che esiste, ad uno stratagemma per rappresentare qualcosa di non reale. La scelta del colore in architettura è quindi capace di nascondere e allo stesso tempo rendere prezioso un contenuto: è una “pelle” in grado di “proteggere” ciò su cui viene applicato svolgendo, allo stesso tempo, una funzione estetico/percettiva (Cfr. Donghi, 1925, 299). L’uso del colore ha un rapporto diretto con l’espressività, con il messaggio che il progettista intende trasmettere e ha da sempre posseduto una funzione culturale: quella di rappresentare la contemporaneità. Oggetto di lunghe controversie per tutto il corso del XX secolo, è sempre stato un mezzo di comunicazione. “Demonizzato” da John Ruskin, che considerava i colori propri dei materiali da costruzione gli unici da poter utilizzare, impiegato esclusivamente in maniera “ornamentale” durante l’Art Nouveau, acquisisce una potenzialità spaziale con il Bauhaus, grazie alle esperienze della avanguardie pittoriche di cubisti e astrattisti, per poi dare vita durante il Movimento Moderno, unitamente alla forma dell’architettura, ad una nuova idea di spazio dominata dal movimento. Elemento strutturale – come nell’opera di Theo Van Doesburg – , in alcuni casi, strumento di riqualificazione urbana – come nell’opera di Bruno Taut – , il colore viene riconosciuto “quale mezzo espressivo in grado di influenzare la percezione dello spazio rendendo oggettivo il [suo] ruolo simbolico-sociale […] e, non meno importante, la sua influenza sulla psicologia dell’uomo” (Mottura, 2016,14). Il presente saggio indaga il rapporto tra interno architettonico e colore a partire dal graduale e apparente disinteresse per gli aspetti cromatici dell’architettura. Se l’architettura si è, ad eccezione di pochi casi, prima “mascherata” di bianco e vestita nella contemporaneità delle più varie decorazioni, il colore ha sempre abitato il suo interno, trasformando lo stesso in una inaspettata rivelazione.
2017
978-88-99513-05-4
Interni a colori. Dalla Polychromie Architecturale all’uso di nuovi materiali e media / Saitto, V. - XIII A:(2017), pp. 274-283. (Intervento presentato al convegno XIII conferenza italiana del colore tenutosi a Napoli nel 11-12 settembre 2017).
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