Il volume “La pericolosità è un fatto contingente”. Diritto e medicina legale a Napoli dall’Unità alla Grande guerra, affronta i rapporti che si stabilirono fra le materie del diritto e della medicina legale tra seconda metà del XIX secolo e la prima parte del XX secolo, con particolare riferimento alle vicende che quei rapporti produssero nell’ambito della Regia Università degli Studi di Napoli, il più grande e popolato ateneo del Regno d’Italia. Nel corso della seconda metà dell’Ottocento, infatti, la cultura europea si era ormai avviata verso un’articolazione sempre più specialistica dei saperi scientifici, che progressivamente venivano organizzati in discipline autonome e si dotavano di oggetti e di metodi epistemologici peculiari. Tale revisione, che coinvolse il diritto e la medicina, produsse anche all’interno del sapere medico-legale una trasformazione in senso sistematico. La medicina legale, inoltre, fu sempre più orientata verso i temi della responsabilità o del trattamento securitario della follia dalla comparsa, nel panorama medico, della comparsa della figura di Cesare Lombroso. Attraverso un’analisi di alcuni dei più noti medici meridionali che intrattennero strette relazioni con i temi e le questioni giuridiche, in particolare di Salvatore Tommasi, di Luigi De Crecchio e di Leonardo Bianchi, l’Autore cerca di verificare in che misura le trasformazioni scientifiche del tempo influenzarono la concezione e l’insegnamento della medicina legale nelle Facoltà di Giurisprudenza, che ebbero senz’altro “versioni” e declinazioni assai differenti nella Penisola. Il volume, inoltre, affronta la questione della legge sui manicomi criminali del 1904 e, seguendone alcuni passaggi politici e dottrinali, si intrattiene sul tentativo egemonico della psichiatria per la gestione e per il trattamento della follia. L’Autore, infine, segue le vicende, ancora poco note alla storiografia, di Leonardo Bianchi in qualità di perito forense e dei suoi rapporti con la nuova scienza dell’antropologia criminale.
"La pericolosità è un fatto contingente". Diritto e medicina legale a Napoli dall'Unità alla Grande guerra / Rotondo, Francesco. - unico:(2020), pp. 1-199.
"La pericolosità è un fatto contingente". Diritto e medicina legale a Napoli dall'Unità alla Grande guerra
Francesco Rotondo
2020
Abstract
Il volume “La pericolosità è un fatto contingente”. Diritto e medicina legale a Napoli dall’Unità alla Grande guerra, affronta i rapporti che si stabilirono fra le materie del diritto e della medicina legale tra seconda metà del XIX secolo e la prima parte del XX secolo, con particolare riferimento alle vicende che quei rapporti produssero nell’ambito della Regia Università degli Studi di Napoli, il più grande e popolato ateneo del Regno d’Italia. Nel corso della seconda metà dell’Ottocento, infatti, la cultura europea si era ormai avviata verso un’articolazione sempre più specialistica dei saperi scientifici, che progressivamente venivano organizzati in discipline autonome e si dotavano di oggetti e di metodi epistemologici peculiari. Tale revisione, che coinvolse il diritto e la medicina, produsse anche all’interno del sapere medico-legale una trasformazione in senso sistematico. La medicina legale, inoltre, fu sempre più orientata verso i temi della responsabilità o del trattamento securitario della follia dalla comparsa, nel panorama medico, della comparsa della figura di Cesare Lombroso. Attraverso un’analisi di alcuni dei più noti medici meridionali che intrattennero strette relazioni con i temi e le questioni giuridiche, in particolare di Salvatore Tommasi, di Luigi De Crecchio e di Leonardo Bianchi, l’Autore cerca di verificare in che misura le trasformazioni scientifiche del tempo influenzarono la concezione e l’insegnamento della medicina legale nelle Facoltà di Giurisprudenza, che ebbero senz’altro “versioni” e declinazioni assai differenti nella Penisola. Il volume, inoltre, affronta la questione della legge sui manicomi criminali del 1904 e, seguendone alcuni passaggi politici e dottrinali, si intrattiene sul tentativo egemonico della psichiatria per la gestione e per il trattamento della follia. L’Autore, infine, segue le vicende, ancora poco note alla storiografia, di Leonardo Bianchi in qualità di perito forense e dei suoi rapporti con la nuova scienza dell’antropologia criminale.File | Dimensione | Formato | |
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