L’abitare informale è da tempo un tema di particolare interesse per il dibattito accademico sulla città e lo sviluppo urbano – tanto da diventare oggetto di numerosi studi nell’ambito delle scienze sociali che ne discutono a partire da lavori sulla povertà, le condizioni di vita e i meccanismi di esclusione sociale, fino a far esplodere queste argomentazioni in ricerche su temi come la (ri)produzione di marginalità abitativa, i modelli spaziali di frammentazione socio-economica legati alla casa e l’accesso diseguale al welfare abitativo (Waibel, 2016). In modo particolare, gli studi sulle forme e i significati dell’abitare informale in Italia si sono tradizionalmente concentrati sull’autocostruzione abusiva di immobili considerata un elemento strutturante dello sviluppo urbano del paese e un canale informale di accesso alla proprietà (Coppola, 2013; Cellamare, 2010; Cremaschi, 1990). Di più recente formazione è, invece, il dibattito sulle occupazioni di alloggi e stabili a fini abitativi che sembrano disegnare le geografie di un fenomeno altrettanto consolidato dentro il sistema di welfare abitativo italiano (Grazioli & Caciagli, 2018; Belotti & Annunziata, 2018). Intermini generali, potremmo definire il fenomeno delle occupazioni abitative come un insieme di pratiche di ‘auto-abitazione’ – non solo devote alla auto-costruzione fuori dall’iter legale, ma anche relative a pratiche di auto-appropriazione a fini abitativi – messe in atto da quote di popolazione soggette a dinamiche di espulsione dal mercato (pubblico e privato) della casa che assumono la forma tanto di azioni collettive che di iniziative promosse da singoli soggetti (per sé stessi o per i loro nuclei familiari).

Editoriale - Abitare la crisi della casa: strategie e significati dell’informalità abitativa in Italia / Esposito, Emiliano; Punziano, Gabriella. - In: ARGOMENTI. - ISSN 1971-8357. - 15:(2020), pp. 7-16. [10.14276/1971-8357.2198]

Editoriale - Abitare la crisi della casa: strategie e significati dell’informalità abitativa in Italia.

Gabriella Punziano
2020

Abstract

L’abitare informale è da tempo un tema di particolare interesse per il dibattito accademico sulla città e lo sviluppo urbano – tanto da diventare oggetto di numerosi studi nell’ambito delle scienze sociali che ne discutono a partire da lavori sulla povertà, le condizioni di vita e i meccanismi di esclusione sociale, fino a far esplodere queste argomentazioni in ricerche su temi come la (ri)produzione di marginalità abitativa, i modelli spaziali di frammentazione socio-economica legati alla casa e l’accesso diseguale al welfare abitativo (Waibel, 2016). In modo particolare, gli studi sulle forme e i significati dell’abitare informale in Italia si sono tradizionalmente concentrati sull’autocostruzione abusiva di immobili considerata un elemento strutturante dello sviluppo urbano del paese e un canale informale di accesso alla proprietà (Coppola, 2013; Cellamare, 2010; Cremaschi, 1990). Di più recente formazione è, invece, il dibattito sulle occupazioni di alloggi e stabili a fini abitativi che sembrano disegnare le geografie di un fenomeno altrettanto consolidato dentro il sistema di welfare abitativo italiano (Grazioli & Caciagli, 2018; Belotti & Annunziata, 2018). Intermini generali, potremmo definire il fenomeno delle occupazioni abitative come un insieme di pratiche di ‘auto-abitazione’ – non solo devote alla auto-costruzione fuori dall’iter legale, ma anche relative a pratiche di auto-appropriazione a fini abitativi – messe in atto da quote di popolazione soggette a dinamiche di espulsione dal mercato (pubblico e privato) della casa che assumono la forma tanto di azioni collettive che di iniziative promosse da singoli soggetti (per sé stessi o per i loro nuclei familiari).
2020
Editoriale - Abitare la crisi della casa: strategie e significati dell’informalità abitativa in Italia / Esposito, Emiliano; Punziano, Gabriella. - In: ARGOMENTI. - ISSN 1971-8357. - 15:(2020), pp. 7-16. [10.14276/1971-8357.2198]
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