Ineludibile appare il ruolo epifenomenico di artisti sensibili alle svolte critiche del cambiamento, i quali, elaborando dati messi socialmente in memoria, retroagiscono alle strutture categoriali dello “spirito del tempo”. La riflessione si incentra sul rapporto tra gli attuali profili dell’immaginario coreografico e le nuove frontiere tecnocomunicative, con particolare riferimento ad alcune opere, evocativa trasposizione in atti coreutici di assunti teorici che interpretano il processo di cibernetizzazione dell’umano. I protagonisti dei lavori presi in esame riflettono sul piano estetico la riconfigurazione chimerica dello statuto dell’identità contemporanea nonché rilanciano la complessa dialettica tra mutazioni socioantropologiche e orizzonti narrativi, "incarnando" la relazione tra le esperienze del "politico" - termine inteso nella sua nobilissima accezione etimologica - e la rappresentazione sociomorfica del corpo. Le rielaborazioni digitali della gestualità mettono in scena eventi decifrabili alla luce di un universo costantemente proteso a diventare altro da sé, seppure innegabilmente vitalizzato dalla sua stessa alienazione. Interprete dell’ultima svolta della via all’artificiale, il cyborg danzante, coincidenza di homo creator e homo materia, riformula sugli schermi informatici il semantismo mitologico tradizionale, e, attraverso “elettroni di senso”, lo carica di valenze suggerite dal pensiero scientifico, ridisegnando antiche coreografie, che continuano così a registrare le catastrofiche spinte del mutamento storico.

Riflessi estetici e illuminazioni selvagge. Per una poetica del corpo danzante / De Feo, L.. - In: MEDIASCAPES JOURNAL. - ISSN 2282-2542. - N. 13 Indistinti confini. Transmedialità nei processi culturali e comunicativi(2019), pp. 123-134.

Riflessi estetici e illuminazioni selvagge. Per una poetica del corpo danzante

L. De Feo
2019

Abstract

Ineludibile appare il ruolo epifenomenico di artisti sensibili alle svolte critiche del cambiamento, i quali, elaborando dati messi socialmente in memoria, retroagiscono alle strutture categoriali dello “spirito del tempo”. La riflessione si incentra sul rapporto tra gli attuali profili dell’immaginario coreografico e le nuove frontiere tecnocomunicative, con particolare riferimento ad alcune opere, evocativa trasposizione in atti coreutici di assunti teorici che interpretano il processo di cibernetizzazione dell’umano. I protagonisti dei lavori presi in esame riflettono sul piano estetico la riconfigurazione chimerica dello statuto dell’identità contemporanea nonché rilanciano la complessa dialettica tra mutazioni socioantropologiche e orizzonti narrativi, "incarnando" la relazione tra le esperienze del "politico" - termine inteso nella sua nobilissima accezione etimologica - e la rappresentazione sociomorfica del corpo. Le rielaborazioni digitali della gestualità mettono in scena eventi decifrabili alla luce di un universo costantemente proteso a diventare altro da sé, seppure innegabilmente vitalizzato dalla sua stessa alienazione. Interprete dell’ultima svolta della via all’artificiale, il cyborg danzante, coincidenza di homo creator e homo materia, riformula sugli schermi informatici il semantismo mitologico tradizionale, e, attraverso “elettroni di senso”, lo carica di valenze suggerite dal pensiero scientifico, ridisegnando antiche coreografie, che continuano così a registrare le catastrofiche spinte del mutamento storico.
2019
Riflessi estetici e illuminazioni selvagge. Per una poetica del corpo danzante / De Feo, L.. - In: MEDIASCAPES JOURNAL. - ISSN 2282-2542. - N. 13 Indistinti confini. Transmedialità nei processi culturali e comunicativi(2019), pp. 123-134.
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