«Il tema era dato da un monastero. Partimmo dalla supposizione che fino ad oggi non fosse esistito nessun monastero» . Agli studenti che incontra nella primavera del 1968, Louis Kahn racconta d’aver impostato un’esercitazione d’aula invitando i suoi allievi a dimenticare le esperienze progettuali riferibili al tema proposto e rimuovendo, di conseguenza, le costrizioni del programma funzionale, affinché s’incamminassero lungo una strada che li avrebbe portati a scoprire il significato interno dell’architettura che stavano progettando. Concepire il tema di laboratorio in questo senso, come se la domanda non avesse precedenti e riservando all’elenco delle funzioni il ruolo marginale di un punto d’inizio, comporta la responsabilità da parte dello studente di una scelta progettuale profondamente consapevole. Un processo così inteso non promuove, inoltre, l’uso ossessivo dello strumento dell’analogia, che rischia di sostituire la fatica del cercare soluzioni appropriate, e incoraggia la progressiva perdita di ogni influenza ideologica che la forma finale potrebbe riverberare. Nell’attuale contesto culturale dominato dai media, che già Peter Eisenman aveva evocato nel 2008 in uno degli editoriali di Casabella dedicati all’insegnamento dell’architettura, la passività potrebbe diventare un rischio tangibile per chi lavora al progetto. Diversamente, l’attitudine a scegliere, in opposizione all’illusoria opportunità di effettuare delle scelte2, è la conquista più importante che il tema può offrire allo studente e la fatica iniziale verrà ricompensata alla fine del processo dalla consapevolezza d’aver acquisito un metodo di lavoro. Tale attitudine, però, va costruita attraverso il consolidamento dei fondamenti disciplinari e confortata dai riferimenti culturali, considerando il progetto come uno strumento di conoscenza e interiorizzando il principio, durante lo sviluppo del tema, che il senso dell’architettura e quello della costruzione sono inseparabili.
Il tema come ricerca del significato interno di un’opera di architettura / Freda, Gianluigi. - (2019), pp. 386-388. (Intervento presentato al convegno IMPARARE ARCHITETTURA I LABORATORI DI PROGETTAZIONE E LE PRATICHE DI INSEGNAMENTO tenutosi a Milano nel 16-17 novembre 2018).
Il tema come ricerca del significato interno di un’opera di architettura
Gianluigi Freda
2019
Abstract
«Il tema era dato da un monastero. Partimmo dalla supposizione che fino ad oggi non fosse esistito nessun monastero» . Agli studenti che incontra nella primavera del 1968, Louis Kahn racconta d’aver impostato un’esercitazione d’aula invitando i suoi allievi a dimenticare le esperienze progettuali riferibili al tema proposto e rimuovendo, di conseguenza, le costrizioni del programma funzionale, affinché s’incamminassero lungo una strada che li avrebbe portati a scoprire il significato interno dell’architettura che stavano progettando. Concepire il tema di laboratorio in questo senso, come se la domanda non avesse precedenti e riservando all’elenco delle funzioni il ruolo marginale di un punto d’inizio, comporta la responsabilità da parte dello studente di una scelta progettuale profondamente consapevole. Un processo così inteso non promuove, inoltre, l’uso ossessivo dello strumento dell’analogia, che rischia di sostituire la fatica del cercare soluzioni appropriate, e incoraggia la progressiva perdita di ogni influenza ideologica che la forma finale potrebbe riverberare. Nell’attuale contesto culturale dominato dai media, che già Peter Eisenman aveva evocato nel 2008 in uno degli editoriali di Casabella dedicati all’insegnamento dell’architettura, la passività potrebbe diventare un rischio tangibile per chi lavora al progetto. Diversamente, l’attitudine a scegliere, in opposizione all’illusoria opportunità di effettuare delle scelte2, è la conquista più importante che il tema può offrire allo studente e la fatica iniziale verrà ricompensata alla fine del processo dalla consapevolezza d’aver acquisito un metodo di lavoro. Tale attitudine, però, va costruita attraverso il consolidamento dei fondamenti disciplinari e confortata dai riferimenti culturali, considerando il progetto come uno strumento di conoscenza e interiorizzando il principio, durante lo sviluppo del tema, che il senso dell’architettura e quello della costruzione sono inseparabili.File | Dimensione | Formato | |
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