Per lo strenuo oppositore dell’industrializzazione, la nuova tecnologia della rappresentazione della realtà, inventata da Daguerre, costituiva uno speciale strumento di conoscenza e di figurazione di architetture e paesaggi. Dopo aver richiesto l’invio dalla Francia di quelli che lui definisce i «sun’s drawings», ne parla, in una lettera al padre (1845) come di «a noble invention». Molti di questi dagherrotipi restituiscono, come un autentico transfert della realtà architettonica, oltre al dettaglio decorativo, il degrado, le fessure dei muri, le modulazioni dell’intonaco; una quasi verità che, per l’inglese, lascia percepire con immediatezza la «gloria dell’edificio». Insieme al suo segretario e fotografo John Hobbs, visita diverse città e per The Stones of Venice compra un apparecchio dagherrotipico per studiare e contemporaneamente realizzare il corredo grafico dei suoi scritti veneziani. La fotografia per Ruskin è però uno strumento di studio che non preclude la necessità, per penetrare a fondo l’architettura, del disegno, che implica una fase cognitiva da lui considerate in stretta relazione con l’arte. Diversi sono stati gli studi sui dagherrotipi e i disegni dell’inglese indagati nel campo della storia della fotografia e della rappresentazione (P.Costantini, W.Kemp, G.Fanelli, M. Harvey, J.Tucker, ecc.) che ne hanno evidenziato, sotto il profilo del processo creativo, le relazioni tra i suoi disegni e la relativa rappresentazione strumentale. Il ritrovamento, nel 2005, di oltre cento dagherrotipi poi attribuiti a Ruskin, ha portato ad incrementare l’interesse per quest’ultimo diventando un significativo caso nella storia della fotografia. Il contributo mira a rintracciare, attraverso l’analisi degli studi aggiornati sull’argomento, parallelamente ai suoi scritti, i passaggi tra i processi cognitivi legati all’apprezzamento dell’autenticità del reale e la conservazione dell’architettura come riconoscimento del valore della materia-tempo.

"Every chip of stone and stain is there". L’hic et nunc dei dagherrotipi di John Ruskin e la conservazione dell’autenticità / Marino, Bianca. - In: RESTAURO ARCHEOLOGICO. - ISSN 1724-9686. - 1:(2019), pp. 272-279.

"Every chip of stone and stain is there". L’hic et nunc dei dagherrotipi di John Ruskin e la conservazione dell’autenticità.

bianca marino
2019

Abstract

Per lo strenuo oppositore dell’industrializzazione, la nuova tecnologia della rappresentazione della realtà, inventata da Daguerre, costituiva uno speciale strumento di conoscenza e di figurazione di architetture e paesaggi. Dopo aver richiesto l’invio dalla Francia di quelli che lui definisce i «sun’s drawings», ne parla, in una lettera al padre (1845) come di «a noble invention». Molti di questi dagherrotipi restituiscono, come un autentico transfert della realtà architettonica, oltre al dettaglio decorativo, il degrado, le fessure dei muri, le modulazioni dell’intonaco; una quasi verità che, per l’inglese, lascia percepire con immediatezza la «gloria dell’edificio». Insieme al suo segretario e fotografo John Hobbs, visita diverse città e per The Stones of Venice compra un apparecchio dagherrotipico per studiare e contemporaneamente realizzare il corredo grafico dei suoi scritti veneziani. La fotografia per Ruskin è però uno strumento di studio che non preclude la necessità, per penetrare a fondo l’architettura, del disegno, che implica una fase cognitiva da lui considerate in stretta relazione con l’arte. Diversi sono stati gli studi sui dagherrotipi e i disegni dell’inglese indagati nel campo della storia della fotografia e della rappresentazione (P.Costantini, W.Kemp, G.Fanelli, M. Harvey, J.Tucker, ecc.) che ne hanno evidenziato, sotto il profilo del processo creativo, le relazioni tra i suoi disegni e la relativa rappresentazione strumentale. Il ritrovamento, nel 2005, di oltre cento dagherrotipi poi attribuiti a Ruskin, ha portato ad incrementare l’interesse per quest’ultimo diventando un significativo caso nella storia della fotografia. Il contributo mira a rintracciare, attraverso l’analisi degli studi aggiornati sull’argomento, parallelamente ai suoi scritti, i passaggi tra i processi cognitivi legati all’apprezzamento dell’autenticità del reale e la conservazione dell’architettura come riconoscimento del valore della materia-tempo.
2019
"Every chip of stone and stain is there". L’hic et nunc dei dagherrotipi di John Ruskin e la conservazione dell’autenticità / Marino, Bianca. - In: RESTAURO ARCHEOLOGICO. - ISSN 1724-9686. - 1:(2019), pp. 272-279.
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