Parafrasando Gregotti, il titolo del contributo si riferisce al progetto di architettura come rivelazione, interpretazione e modificazione di luoghi. Progettare significa ordinare la complessità. Ordine e complessità sono assunti quali termini portanti della struttura didattica del Laboratorio in un’accezione che rimanda alle riflessioni di Agamben sul contemporaneo. “Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo.” (Agamben 2007) Chi scrive ritiene che il collegamento tra la dimensione accademica e la realtà del territorio sia premessa necessaria per l’individuazione di una domanda di progetto e dunque per l’individuazione di un tema di Architettura e per la stesura di un programma. Non necessariamente il collegamento è relativo a programmi di trasformazione in atto, bensì può essere riferito alla consapevolezza dell’esistenza di parti di territori e/o di architetture in ‘attesa’. In entrambi i casi, di programmi possibili o in atto, la prima operazione didattica riguarda l’esplicitazione di differenze e intrecci tra programmi e obiettivi del laboratorio. Dunque, nessuna ‘distanza di sicurezza’, secondo chi scrive ma la trascrizione di programmi altri in programmi congruenti con tempi e spazi della didattica dei laboratori, da progettare con gli strumenti propri della disciplina ma con l’obiettivo di una architettura ‘aderente’ alla realtà, una architettura che si struttura tra ordine e complessità. Si presenta un’esperienza biennale di Laboratorio di Composizione Architettonica e Urbana del 2 anno del Corso di Laurea Magistrale Arc5UE di Napoli Federico II strutturata in relazione al programma europeo Urbact 2nd Chance Waking up the sleeping giants con Comune di Napoli capofila e caso studio il complesso della SS. Trinità delle Monache.

I territori dell’architettura: ordine e complessità per i laboratori di progettazione architettonica / D'Agostino, Angela. - (2019), pp. 582-585. (Intervento presentato al convegno VII Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14/15/16. Imparare Architettura. I laboratori di progettazione e le pratiche d’insegnamento tenutosi a Politecnico di Milano (PoliMi), Milano nel 16-17 novembre 2018).

I territori dell’architettura: ordine e complessità per i laboratori di progettazione architettonica

D'Agostino Angela
2019

Abstract

Parafrasando Gregotti, il titolo del contributo si riferisce al progetto di architettura come rivelazione, interpretazione e modificazione di luoghi. Progettare significa ordinare la complessità. Ordine e complessità sono assunti quali termini portanti della struttura didattica del Laboratorio in un’accezione che rimanda alle riflessioni di Agamben sul contemporaneo. “Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo.” (Agamben 2007) Chi scrive ritiene che il collegamento tra la dimensione accademica e la realtà del territorio sia premessa necessaria per l’individuazione di una domanda di progetto e dunque per l’individuazione di un tema di Architettura e per la stesura di un programma. Non necessariamente il collegamento è relativo a programmi di trasformazione in atto, bensì può essere riferito alla consapevolezza dell’esistenza di parti di territori e/o di architetture in ‘attesa’. In entrambi i casi, di programmi possibili o in atto, la prima operazione didattica riguarda l’esplicitazione di differenze e intrecci tra programmi e obiettivi del laboratorio. Dunque, nessuna ‘distanza di sicurezza’, secondo chi scrive ma la trascrizione di programmi altri in programmi congruenti con tempi e spazi della didattica dei laboratori, da progettare con gli strumenti propri della disciplina ma con l’obiettivo di una architettura ‘aderente’ alla realtà, una architettura che si struttura tra ordine e complessità. Si presenta un’esperienza biennale di Laboratorio di Composizione Architettonica e Urbana del 2 anno del Corso di Laurea Magistrale Arc5UE di Napoli Federico II strutturata in relazione al programma europeo Urbact 2nd Chance Waking up the sleeping giants con Comune di Napoli capofila e caso studio il complesso della SS. Trinità delle Monache.
2019
9788890905476
I territori dell’architettura: ordine e complessità per i laboratori di progettazione architettonica / D'Agostino, Angela. - (2019), pp. 582-585. (Intervento presentato al convegno VII Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14/15/16. Imparare Architettura. I laboratori di progettazione e le pratiche d’insegnamento tenutosi a Politecnico di Milano (PoliMi), Milano nel 16-17 novembre 2018).
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