In un’Italia dove insieme alle città d’arte, alle città di mare, alle isole del Mediterraneo, emerge, non solo mor- fologicamente ma per estensione, il territorio delle aree interne, il contributo riflette sul possibile ruolo che patri- moni in abbandono possono assumere in un progetto di reti di paesaggi. Con la Strategia Nazionale per le Aree Interne si è in- dividuata una linea di sviluppo prioritaria dello Stato e un impegno di investimenti e progetti delle Regioni per strappare alla definitiva marginalizzazione e alla len- ta distruzione i piccoli centri con i loro impianti urbani ricchi di costruito storico, monumenti, elementi naturali, abitanti, tradizioni, culture, economie. Quali sono gli attori, quale può essere il ruolo dell’Uni- versità, quale tipo di progetto e con quali tempi e fasi di realizzazione, sono alcune delle domande sottese a percorsi di ricerca orientati all’individuazione di reti di paesaggi tra centri minori dell’Italia centro meridionale, in Campania, Basilicata e Molise. La riflessione che si intende proporre – attraverso una rilettura dei casi di studio sopra citati – riguarda nello specifico la considerazione che la definizione delle aree interne è relativa ad una serie di parametri che rileva- no delle ‘mancanze’, di abitanti, di attrezzature, di in- frastrutture oltre che posizioni geografiche di internità e di ‘lontananza’ dai poli di maggiore sviluppo. Si tratta, dunque, di una condizione modificabile, come del re- sto auspicato dalla strategia nazionale. Infatti, mentre si elaborano progetti, spesso dall’interno abitanti e as- sociazioni organizzano eventi e cominciano a fare rete con quelli che per ‘statuto’ oltre che di fatto subiscono la stessa sorte. Pertanto ci si confronta con un patrimonio in modificazione. Così progetti e strategie devono inter- secare saperi ed essere transcalari, prevedere tempi e fasi anche modificabili per la costruzione di reti di rela- zioni tra i centri delle aree interne italiane.
Da patrimoni in abbandono a reti di paesaggi. Percorsi di ricerca tra centri minori e aree interne dell'Italia centro meridionale / D'Agostino, Angela. - (2019), pp. 1390-1393. (Intervento presentato al convegno 8º Forum ProArch. L’architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio tenutosi a Napoli nel 21-23 novembre 2019).
Da patrimoni in abbandono a reti di paesaggi. Percorsi di ricerca tra centri minori e aree interne dell'Italia centro meridionale
D'Agostino Angela
2019
Abstract
In un’Italia dove insieme alle città d’arte, alle città di mare, alle isole del Mediterraneo, emerge, non solo mor- fologicamente ma per estensione, il territorio delle aree interne, il contributo riflette sul possibile ruolo che patri- moni in abbandono possono assumere in un progetto di reti di paesaggi. Con la Strategia Nazionale per le Aree Interne si è in- dividuata una linea di sviluppo prioritaria dello Stato e un impegno di investimenti e progetti delle Regioni per strappare alla definitiva marginalizzazione e alla len- ta distruzione i piccoli centri con i loro impianti urbani ricchi di costruito storico, monumenti, elementi naturali, abitanti, tradizioni, culture, economie. Quali sono gli attori, quale può essere il ruolo dell’Uni- versità, quale tipo di progetto e con quali tempi e fasi di realizzazione, sono alcune delle domande sottese a percorsi di ricerca orientati all’individuazione di reti di paesaggi tra centri minori dell’Italia centro meridionale, in Campania, Basilicata e Molise. La riflessione che si intende proporre – attraverso una rilettura dei casi di studio sopra citati – riguarda nello specifico la considerazione che la definizione delle aree interne è relativa ad una serie di parametri che rileva- no delle ‘mancanze’, di abitanti, di attrezzature, di in- frastrutture oltre che posizioni geografiche di internità e di ‘lontananza’ dai poli di maggiore sviluppo. Si tratta, dunque, di una condizione modificabile, come del re- sto auspicato dalla strategia nazionale. Infatti, mentre si elaborano progetti, spesso dall’interno abitanti e as- sociazioni organizzano eventi e cominciano a fare rete con quelli che per ‘statuto’ oltre che di fatto subiscono la stessa sorte. Pertanto ci si confronta con un patrimonio in modificazione. Così progetti e strategie devono inter- secare saperi ed essere transcalari, prevedere tempi e fasi anche modificabili per la costruzione di reti di rela- zioni tra i centri delle aree interne italiane.File | Dimensione | Formato | |
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