In Italia, nell’ultimo decennio, si è sviluppato gradualmente un acceso dibattito sull’attuazione del cd. “regionalismo differenziato”. Il presente lavoro, partendo dall’analisi del contenuto delle bozze d’intesa tra lo Stato italiano e le Regioni interessate ad avere una maggiore autonomia, intende mostrare come le disposizioni in esse contenute attribuiscano privilegi e garanzie ingiustificate alle Regioni richiedenti, risultando in palese contrasto con le norme costituzionali ed ordinarie sul finanziamento degli enti decentrati. Il lavoro vuole inoltre dimostrare come l’inutile e strumentale dibattito sul residuo fiscale fornisca un’analisi incompleta e non corretta della questione dei divari territoriali e delle risorse necessarie all’attuazione del modello di governo regionale differenziato. Tale dibattito serve solo a distogliere l’attenzione da altre questioni più importanti, che riguardano i doveri dello Stato prescritti dalla Costituzione e ciò che i cittadini si aspettano da lui in cambio delle imposte pagate. Da questo particolare punto di vista, le questioni affrontate nell’articolo e le evidenze empiriche raccolte mostrano come il modello di governo regionale differenziato risulti del tutto inadeguato a risolvere tali problemi. Dall’analisi effettuata emerge, piuttosto, l’urgente necessità di avviare una seria riforma del sistema fiscale, statale e locale, al fine di accrescerne l’efficacia redistributiva, e di completare l’attuazione del federalismo fiscale con l’introduzione dei LEP e di un serio sistema di perequazione, finanziaria ed infrastrutturale, che serva realmente a ridurre le disuguaglianze e garantisca a tutti i territori le stesse possibilità di sviluppo.
Regionalismo fiscale differenziato. I privilegi dell’autonomia e i problemi del Mezzogiorno / Villani, Salvatore. - In: RIVISTA ECONOMICA DEL MEZZOGIORNO. - ISSN 1120-9534. - XXXIII:3-4(2019), pp. 883-916.
Regionalismo fiscale differenziato. I privilegi dell’autonomia e i problemi del Mezzogiorno
Salvatore Villani
2019
Abstract
In Italia, nell’ultimo decennio, si è sviluppato gradualmente un acceso dibattito sull’attuazione del cd. “regionalismo differenziato”. Il presente lavoro, partendo dall’analisi del contenuto delle bozze d’intesa tra lo Stato italiano e le Regioni interessate ad avere una maggiore autonomia, intende mostrare come le disposizioni in esse contenute attribuiscano privilegi e garanzie ingiustificate alle Regioni richiedenti, risultando in palese contrasto con le norme costituzionali ed ordinarie sul finanziamento degli enti decentrati. Il lavoro vuole inoltre dimostrare come l’inutile e strumentale dibattito sul residuo fiscale fornisca un’analisi incompleta e non corretta della questione dei divari territoriali e delle risorse necessarie all’attuazione del modello di governo regionale differenziato. Tale dibattito serve solo a distogliere l’attenzione da altre questioni più importanti, che riguardano i doveri dello Stato prescritti dalla Costituzione e ciò che i cittadini si aspettano da lui in cambio delle imposte pagate. Da questo particolare punto di vista, le questioni affrontate nell’articolo e le evidenze empiriche raccolte mostrano come il modello di governo regionale differenziato risulti del tutto inadeguato a risolvere tali problemi. Dall’analisi effettuata emerge, piuttosto, l’urgente necessità di avviare una seria riforma del sistema fiscale, statale e locale, al fine di accrescerne l’efficacia redistributiva, e di completare l’attuazione del federalismo fiscale con l’introduzione dei LEP e di un serio sistema di perequazione, finanziaria ed infrastrutturale, che serva realmente a ridurre le disuguaglianze e garantisca a tutti i territori le stesse possibilità di sviluppo.File | Dimensione | Formato | |
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