L’idea stessa di benessere è associata a un ancestrale bisogno di integrazione dell’uomo con l’ambiente naturale, una sorta di simulazione di una forma di vita iniziale che per l’essere umano, come per qualunque altro animale, si svolgeva interamente nella natura. Il punto di partenza del tentativo di duplicare nella dimensione domestica un piccolo pezzo della natura esterna, può essere individuato nel recipiente in cui coltivare delle piccole piante. Il vaso è un manufatto elementare, la cui forma nasce da alcune necessità primarie, per la riproduzione in cattività di una minuscola porzione naturale. Il drenaggio, l’impianto delle radici, la traspirazione e impermeabilità, la prensilità del contenitore, costituiscono una serie di prestazioni che, pur precedendo una conoscenza del mondo botanico di natura scientifica, ne rappresentano le premesse che si trasferiscono nel dimensionamento e conformazione di un oggetto che trova nella semplicità la sua perfezione. Il tentativo di isolare e riprodurre un piccolo pezzo di natura, si è poi integrato con la crescente disponibilità di tecnologie e conoscenze del mondo botanico, producendo soluzioni costruttive via via più complesse, il cui modello è dato dalla serra ottocentesca in ferro e vetro che, andando oltre la sua specifica funzione originaria, è assurta a metafora della stessa architettura industrializzata. In questo modello universale di un linguaggio industriale, trasparenza e leggerezza rappresentano gli strumenti per una completa integrazione col contesto naturale, ottenuta grazie a una perfetta continuità tra il dentro e il fuori del costruito.

Il verde domestico nell’era dell’idroponica e della depurazione biologica / Domestic Greenery in the Age of Hydrophonics and Biological Purification / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - 167(2019), pp. II-V.

Il verde domestico nell’era dell’idroponica e della depurazione biologica / Domestic Greenery in the Age of Hydrophonics and Biological Purification

Morone
2019

Abstract

L’idea stessa di benessere è associata a un ancestrale bisogno di integrazione dell’uomo con l’ambiente naturale, una sorta di simulazione di una forma di vita iniziale che per l’essere umano, come per qualunque altro animale, si svolgeva interamente nella natura. Il punto di partenza del tentativo di duplicare nella dimensione domestica un piccolo pezzo della natura esterna, può essere individuato nel recipiente in cui coltivare delle piccole piante. Il vaso è un manufatto elementare, la cui forma nasce da alcune necessità primarie, per la riproduzione in cattività di una minuscola porzione naturale. Il drenaggio, l’impianto delle radici, la traspirazione e impermeabilità, la prensilità del contenitore, costituiscono una serie di prestazioni che, pur precedendo una conoscenza del mondo botanico di natura scientifica, ne rappresentano le premesse che si trasferiscono nel dimensionamento e conformazione di un oggetto che trova nella semplicità la sua perfezione. Il tentativo di isolare e riprodurre un piccolo pezzo di natura, si è poi integrato con la crescente disponibilità di tecnologie e conoscenze del mondo botanico, producendo soluzioni costruttive via via più complesse, il cui modello è dato dalla serra ottocentesca in ferro e vetro che, andando oltre la sua specifica funzione originaria, è assurta a metafora della stessa architettura industrializzata. In questo modello universale di un linguaggio industriale, trasparenza e leggerezza rappresentano gli strumenti per una completa integrazione col contesto naturale, ottenuta grazie a una perfetta continuità tra il dentro e il fuori del costruito.
2019
Il verde domestico nell’era dell’idroponica e della depurazione biologica / Domestic Greenery in the Age of Hydrophonics and Biological Purification / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - 167(2019), pp. II-V.
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