Riflettere sul (proficuo?) rapporto di collaborazione tra sociologia e letteratura significa in primo luogo, verificare se fra critici letterari e sociologi sia davvero possibile quella sinergia interdisciplinare di cui si è parlato spesso, ma che rimane in parecchi casi una pia aspirazione; e contro la quale agiscono, in particolare oggi, le tendenze alla parcellizzazione del lavoro intellettuale e la logica commerciale sempre più sfrenata del “mercato universitario”. In secondo luogo significa riesaminare la questione cruciale e sempre aperta della legittimità dell’uso sociologico delle fonti letterarie. è possibile individuare linee di lavoro che aiutino a definire una dimensione di scambio, anche metodologico, fra letteratura e sociologia (e più specificamente fra racconti e romanzi sul lavoro e sociologia del lavoro)? Che ruolo gioca la letteratura come strumento di comprensione del lavoro che cambia, nel particolare momento storico che l’Italia attraversa a cavallo degli anni Duemila? Quanto la letteratura può farsi, più di prima, strumento, fonte, memoria, materia di riflessione e anticipazione di linee future utili per la disciplina? Cosa ha prodotto la riflessione sociologica rispetto alle più importanti e urgenti questioni contemporanee relative al mondo del lavoro – la globalizzazione, la flessibilità dei processi produttivi, la precarizzazione delle vite che ne è derivata, la recente crisi economica e finanziaria, le nuove divisioni del lavoro, i flussi migratori – a partire dalle rappresentazioni che la letteratura ha dato di questi fenomeni? E ancora: i romanzi, i racconti e le narrazioni del lavoro cosa hanno privilegiato o viceversa trascurato? In che modo hanno anticipato, seguito, testimoniato le grandi trasformazioni del lavoro? Le narrazioni sul lavoro così numerose nella letteratura del nuovo secolo possono aspirare a svolgere una funzione analoga a quella della letteratura popolare degli anni Trenta in Gran Bretagna o della letteratura di fabbrica degli anni Cinquanta in Italia? È possibile partire dai romanzi e dai racconti per illustrare e tradurre in termini sociologici quello che è avvenuto nel tessuto sociale? In definitiva: la letteratura può essere “sociologicamente produttiva” anche per quel che riguarda le tematiche del lavoro, della disoccupazione, della precarietà, dell’immigrazione, e le nuove relazioni fra capitale e lavoro? Questo fascicolo di Sociologia del lavoro prova a rispondere ad alcune di queste domande attraverso il contributo, oltre che dei curatori nella lunga introduzione, di sette autori che in altrettanto saggi e che possono essere suddivisi – a prezzo di qualche piccola, inevitabile semplificazione – in due gruppi abbastanza omogenei che procedono (all’incirca) da un massimo a un minimo di generalità. Nel leggerli, per come sono stati collocati ci si muove dal predominio della teoria verso l’analisi e i case studies, ma ci sembra altrettanto innegabile che analisi e teoria, metodologia e indagine microtestuale si trovino ovunque in bell’accordo e armonioso.

Il lavoro e il suo racconto: sociologia e letteratura nell’analisi del mercato del lavoro / ORIENTALE CAPUTO, Giustina; Lazzarin, Stefano. - In: SOCIOLOGIA DEL LAVORO. - ISSN 1972-554X. - 153(2019), pp. 35-181.

Il lavoro e il suo racconto: sociologia e letteratura nell’analisi del mercato del lavoro

ORIENTALE CAPUTO, Giustina;
2019

Abstract

Riflettere sul (proficuo?) rapporto di collaborazione tra sociologia e letteratura significa in primo luogo, verificare se fra critici letterari e sociologi sia davvero possibile quella sinergia interdisciplinare di cui si è parlato spesso, ma che rimane in parecchi casi una pia aspirazione; e contro la quale agiscono, in particolare oggi, le tendenze alla parcellizzazione del lavoro intellettuale e la logica commerciale sempre più sfrenata del “mercato universitario”. In secondo luogo significa riesaminare la questione cruciale e sempre aperta della legittimità dell’uso sociologico delle fonti letterarie. è possibile individuare linee di lavoro che aiutino a definire una dimensione di scambio, anche metodologico, fra letteratura e sociologia (e più specificamente fra racconti e romanzi sul lavoro e sociologia del lavoro)? Che ruolo gioca la letteratura come strumento di comprensione del lavoro che cambia, nel particolare momento storico che l’Italia attraversa a cavallo degli anni Duemila? Quanto la letteratura può farsi, più di prima, strumento, fonte, memoria, materia di riflessione e anticipazione di linee future utili per la disciplina? Cosa ha prodotto la riflessione sociologica rispetto alle più importanti e urgenti questioni contemporanee relative al mondo del lavoro – la globalizzazione, la flessibilità dei processi produttivi, la precarizzazione delle vite che ne è derivata, la recente crisi economica e finanziaria, le nuove divisioni del lavoro, i flussi migratori – a partire dalle rappresentazioni che la letteratura ha dato di questi fenomeni? E ancora: i romanzi, i racconti e le narrazioni del lavoro cosa hanno privilegiato o viceversa trascurato? In che modo hanno anticipato, seguito, testimoniato le grandi trasformazioni del lavoro? Le narrazioni sul lavoro così numerose nella letteratura del nuovo secolo possono aspirare a svolgere una funzione analoga a quella della letteratura popolare degli anni Trenta in Gran Bretagna o della letteratura di fabbrica degli anni Cinquanta in Italia? È possibile partire dai romanzi e dai racconti per illustrare e tradurre in termini sociologici quello che è avvenuto nel tessuto sociale? In definitiva: la letteratura può essere “sociologicamente produttiva” anche per quel che riguarda le tematiche del lavoro, della disoccupazione, della precarietà, dell’immigrazione, e le nuove relazioni fra capitale e lavoro? Questo fascicolo di Sociologia del lavoro prova a rispondere ad alcune di queste domande attraverso il contributo, oltre che dei curatori nella lunga introduzione, di sette autori che in altrettanto saggi e che possono essere suddivisi – a prezzo di qualche piccola, inevitabile semplificazione – in due gruppi abbastanza omogenei che procedono (all’incirca) da un massimo a un minimo di generalità. Nel leggerli, per come sono stati collocati ci si muove dal predominio della teoria verso l’analisi e i case studies, ma ci sembra altrettanto innegabile che analisi e teoria, metodologia e indagine microtestuale si trovino ovunque in bell’accordo e armonioso.
2019
Il lavoro e il suo racconto: sociologia e letteratura nell’analisi del mercato del lavoro / ORIENTALE CAPUTO, Giustina; Lazzarin, Stefano. - In: SOCIOLOGIA DEL LAVORO. - ISSN 1972-554X. - 153(2019), pp. 35-181.
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