Lo studio si propone di verificare il quadro storico-normativo che, nel contesto della reazione alle vicende del 1848 in Napoli e nelle Calabrie, sarebbe alla base dell’applicazione di sequestri e confische alle vittime delle persecuzioni politiche verificatesi nel Regno delle Due Sicilie a partire dalla seconda metà del 1848; lo scopo è infatti chiarire esistenza, natura e ambito applicativo di simili misure, spesso citate da testimoni dell’epoca e dagli storici posteriori come effettivamente impiegate dalle autorità borboniche e in particolare dalla polizia, a scopo persecutorio degli imputati o condannati politici stessi, specialmente quando latitanti all’estero. Per far ciò, partendo da una rivisitazione degli eventi del 1848, dalla concessione della Costituzione di gennaio ai moti calabresi del giugno-luglio, passando per i celebri fatti del 15 maggio in Napoli, si guarderà alla vicenda di un singolo personaggio, il marchese Eugenio de Riso di Catanzaro, rivoluzionario condannato a morte ed emigrato politico: costui, per le varie ragioni che si esporranno, costituisce forse un caso emblematico (ancorché non particolarmente conosciuto) dell’applicazione di sequestri, nonché, secondo la terminologia usata da alcuni, di confische, ai danni dei personaggi coinvolti nei moti quarantottini.
Costituzione, repressione, sequestro e confisca: 1l 1848 a Napoli e la vicenda di Eugenio de Riso / DE ROSA, Francesca. - In: HISTORIA ET IUS. - ISSN 2279-7416. - 15/2019:paper 6(2019).
Costituzione, repressione, sequestro e confisca: 1l 1848 a Napoli e la vicenda di Eugenio de Riso
De Rosa Francesca
2019
Abstract
Lo studio si propone di verificare il quadro storico-normativo che, nel contesto della reazione alle vicende del 1848 in Napoli e nelle Calabrie, sarebbe alla base dell’applicazione di sequestri e confische alle vittime delle persecuzioni politiche verificatesi nel Regno delle Due Sicilie a partire dalla seconda metà del 1848; lo scopo è infatti chiarire esistenza, natura e ambito applicativo di simili misure, spesso citate da testimoni dell’epoca e dagli storici posteriori come effettivamente impiegate dalle autorità borboniche e in particolare dalla polizia, a scopo persecutorio degli imputati o condannati politici stessi, specialmente quando latitanti all’estero. Per far ciò, partendo da una rivisitazione degli eventi del 1848, dalla concessione della Costituzione di gennaio ai moti calabresi del giugno-luglio, passando per i celebri fatti del 15 maggio in Napoli, si guarderà alla vicenda di un singolo personaggio, il marchese Eugenio de Riso di Catanzaro, rivoluzionario condannato a morte ed emigrato politico: costui, per le varie ragioni che si esporranno, costituisce forse un caso emblematico (ancorché non particolarmente conosciuto) dell’applicazione di sequestri, nonché, secondo la terminologia usata da alcuni, di confische, ai danni dei personaggi coinvolti nei moti quarantottini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.