Il lavoro prende le mosse dall’esame della legislazione dell’imperatore Maioriano, ritenuta sintesi emblematica delle motivazioni ideali che caratterizzano la disciplina attinente alla tutela del patrimonio architettonico. Viene rivolto, quindi, lo sguardo al passato, esaminando, nel loro sviluppo cronologico, i vari provvedimenti in materia di tutela, con specifico riferimento all’età tardorepubblicana ed imperiale, per ricollegarsi di nuovo, in un’ideale circolarità ermeneutica, all’attività normativa maiorianea, la quale, illuminata dal percorso pregresso, acquista maggiore trasparenza. Tutto ciò nelle prime due parti del libro. Nella terza ed ultima parte della ricerca, infine, si tenta di descrivere, sul piano teoretico, l’intreccio fecondo tra diritto, etica ed estetica, di cui è espressione la legislazione romana in ambito di protezione dei beni architettonici e artistici. Lo scopo è riuscire a cogliere le modalità con le quali la romanità ha percepito e vissuto il ‘sentimento del bello’, sia in rapporto alle sue radici culturali sia in riferimento all’evoluzione di tali radici nel tempo. In quest’ottica viene affrontata l’analisi dell’endiadi urbs-civitas, nella sua peculiare bipolarità concettuale, sia rispetto alla categoria ellenica della polis sia nella relazione essenziale con il paradigma delle origini, alla luce anche della pregnante nozione gaiana di ‘principium, potissima pars’. Per quanto riguarda, poi, nello specifico, il discorso inerente al ‘sentimento del bello’ nell’universo culturale romano, con le sue plurime sfaccettature, imprescindibile è apparsa una riflessione sul De Architectura di Vitruvio, punto di riferimento obbligato nell’elaborazione dell’ideale di bellezza in campo architettonico. Sotto tale profilo, è stata fondamentale la ricognizione sistematica delle principali categorie vitruviane, e, in particolare, del concetto di venustas, sintesi creativa di elementi simmetrici e tensioni metasimmetriche. Quest’ultima tematica ha condotto, in conclusione, ad affrontare la complessa questione, teoretica e psicologica, della caducità della bellezza, in relazione alle dimensioni del tempo e della memoria.
Diritto e decoro urbano in Roma antica
chiara corbo
2019
Abstract
Il lavoro prende le mosse dall’esame della legislazione dell’imperatore Maioriano, ritenuta sintesi emblematica delle motivazioni ideali che caratterizzano la disciplina attinente alla tutela del patrimonio architettonico. Viene rivolto, quindi, lo sguardo al passato, esaminando, nel loro sviluppo cronologico, i vari provvedimenti in materia di tutela, con specifico riferimento all’età tardorepubblicana ed imperiale, per ricollegarsi di nuovo, in un’ideale circolarità ermeneutica, all’attività normativa maiorianea, la quale, illuminata dal percorso pregresso, acquista maggiore trasparenza. Tutto ciò nelle prime due parti del libro. Nella terza ed ultima parte della ricerca, infine, si tenta di descrivere, sul piano teoretico, l’intreccio fecondo tra diritto, etica ed estetica, di cui è espressione la legislazione romana in ambito di protezione dei beni architettonici e artistici. Lo scopo è riuscire a cogliere le modalità con le quali la romanità ha percepito e vissuto il ‘sentimento del bello’, sia in rapporto alle sue radici culturali sia in riferimento all’evoluzione di tali radici nel tempo. In quest’ottica viene affrontata l’analisi dell’endiadi urbs-civitas, nella sua peculiare bipolarità concettuale, sia rispetto alla categoria ellenica della polis sia nella relazione essenziale con il paradigma delle origini, alla luce anche della pregnante nozione gaiana di ‘principium, potissima pars’. Per quanto riguarda, poi, nello specifico, il discorso inerente al ‘sentimento del bello’ nell’universo culturale romano, con le sue plurime sfaccettature, imprescindibile è apparsa una riflessione sul De Architectura di Vitruvio, punto di riferimento obbligato nell’elaborazione dell’ideale di bellezza in campo architettonico. Sotto tale profilo, è stata fondamentale la ricognizione sistematica delle principali categorie vitruviane, e, in particolare, del concetto di venustas, sintesi creativa di elementi simmetrici e tensioni metasimmetriche. Quest’ultima tematica ha condotto, in conclusione, ad affrontare la complessa questione, teoretica e psicologica, della caducità della bellezza, in relazione alle dimensioni del tempo e della memoria.File | Dimensione | Formato | |
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