Il contributo affronta il tema dell’abbandono di architetture minori e in particolare di piccoli edifici sorti in epoca fascista. Il riuso di tali architetture equivale a riconoscerle quale risorsa necessaria per garantire la sopravvivenza di un patrimonio che altrimenti andrebbe perso, diventando rifiuto e andando ad alimentare quel senso di disagio diffuso nei confronti di politiche e amministrazioni locali. Concetti come “paesaggio complesso” e rete guidano la costruzione di nuovi usi compatibili con una idea di spazio diversificato, adattivo e resiliente, in accordo con una visione del territorio capace di fare fronte alle mutate condizioni idrogeologiche e climatiche e alle molteplici istanze sociali ed economiche. Luoghi, identità, conoscenze, capitale umano, valori, risorse territoriali e reti, diventano insieme vincoli, requisiti e obiettivi di progetto. Un progetto “situato”, non replicabile, ma che, al tempo stesso, fa riferimento a una logica di standardizzazione del processo di trasformazione indispensabile a raggiungere quei criteri di efficienza, di ottimizzazione e di sostenibilità rivolti a definire i caratteri dell’habitat futuro.
Ri-usare per ri-vivere. Paradigmi per il riuso di architetture minori in abbandono / Bellomo, Mariangela; Falotico, Antonella. - In: SCIENZA E BENI CULTURALI. - ISSN 2039-9790. - (2019), pp. 637-647. (Intervento presentato al convegno Il patrimonio culturale in mutamento. Le sfide dell'uso tenutosi a Bressanone nel 1 - 5 luglio 2019).
Ri-usare per ri-vivere. Paradigmi per il riuso di architetture minori in abbandono
Mariangela Bellomo
;Antonella Falotico
2019
Abstract
Il contributo affronta il tema dell’abbandono di architetture minori e in particolare di piccoli edifici sorti in epoca fascista. Il riuso di tali architetture equivale a riconoscerle quale risorsa necessaria per garantire la sopravvivenza di un patrimonio che altrimenti andrebbe perso, diventando rifiuto e andando ad alimentare quel senso di disagio diffuso nei confronti di politiche e amministrazioni locali. Concetti come “paesaggio complesso” e rete guidano la costruzione di nuovi usi compatibili con una idea di spazio diversificato, adattivo e resiliente, in accordo con una visione del territorio capace di fare fronte alle mutate condizioni idrogeologiche e climatiche e alle molteplici istanze sociali ed economiche. Luoghi, identità, conoscenze, capitale umano, valori, risorse territoriali e reti, diventano insieme vincoli, requisiti e obiettivi di progetto. Un progetto “situato”, non replicabile, ma che, al tempo stesso, fa riferimento a una logica di standardizzazione del processo di trasformazione indispensabile a raggiungere quei criteri di efficienza, di ottimizzazione e di sostenibilità rivolti a definire i caratteri dell’habitat futuro.File | Dimensione | Formato | |
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