La realizzazione della nuova strada Domitiana nei primi anni cinquanta del Novecento ha innescato un vorticoso processo di urbanizzazione dell'intera zona costiera della provincia di Caserta con la come conseguente devastazione di un sistema di insediamento costiero caratterizzato da una storia millenaria e dai significativi valori paesaggistico-ambientali. L'utopia di trasformare l'intera costa casertana in una zona turistica si è trasformata in un clamoroso fallimento. Il presente contributo ripercorre criticamente le tappe più significative della storia dell'attuale città di Castel Volturno e delinea ciò che resta delle testimonianze materiali di un passato ricco di stratificazioni. Sin dall’epoche più remote il fiume Volturno è stato sempre utilizzato come via di comunicazione fluviale tra le aree interne e costiere della Campania settentrionale. Sulla sua foce si stabilirono insediamenti umani sin dalla protostoria. I romani vi fondarono la colonia di Volturnum. Successivamente, il centro della cittadina si spostò nei pressi dei resti del ponte romano della strada Domizia sul Volturno, con un nuovo nucleo urbano costituito da un piccolo castello e dell'annesso Borgo di San Castrese. I resti di tale importante testimonianza altomedioevale da parecchi decenni sono in pessimo stato di conservazione ed abbandono. Il contributo, nell’esaminarne le caratteristiche storico-architettoniche, tipologico-formali e materico-costruttive si è posto l’obiettivo di portare alla luce un patrimonio auspicando idonee operazioni di restauro e di riqualificazione di questo piccolo ma molto significativo complesso medioevale, in vista degli importanti finanziamenti che dovrebbero essere erogati dalla Regione Campanaia per la riqualificazione dell’intero litorale Domitio.

A ‘guardia’ del Volturno: storia di un castello e di un paesaggio negato / Amore, Raffaele. - In: SUSTAINABLE MEDITERRANEAN CONSTRUCTION. - ISSN 2420-8213. - Riconoscere e far conoscere i paesaggi fortificati:(2019), pp. 103-108.

A ‘guardia’ del Volturno: storia di un castello e di un paesaggio negato

raffaele amore
2019

Abstract

La realizzazione della nuova strada Domitiana nei primi anni cinquanta del Novecento ha innescato un vorticoso processo di urbanizzazione dell'intera zona costiera della provincia di Caserta con la come conseguente devastazione di un sistema di insediamento costiero caratterizzato da una storia millenaria e dai significativi valori paesaggistico-ambientali. L'utopia di trasformare l'intera costa casertana in una zona turistica si è trasformata in un clamoroso fallimento. Il presente contributo ripercorre criticamente le tappe più significative della storia dell'attuale città di Castel Volturno e delinea ciò che resta delle testimonianze materiali di un passato ricco di stratificazioni. Sin dall’epoche più remote il fiume Volturno è stato sempre utilizzato come via di comunicazione fluviale tra le aree interne e costiere della Campania settentrionale. Sulla sua foce si stabilirono insediamenti umani sin dalla protostoria. I romani vi fondarono la colonia di Volturnum. Successivamente, il centro della cittadina si spostò nei pressi dei resti del ponte romano della strada Domizia sul Volturno, con un nuovo nucleo urbano costituito da un piccolo castello e dell'annesso Borgo di San Castrese. I resti di tale importante testimonianza altomedioevale da parecchi decenni sono in pessimo stato di conservazione ed abbandono. Il contributo, nell’esaminarne le caratteristiche storico-architettoniche, tipologico-formali e materico-costruttive si è posto l’obiettivo di portare alla luce un patrimonio auspicando idonee operazioni di restauro e di riqualificazione di questo piccolo ma molto significativo complesso medioevale, in vista degli importanti finanziamenti che dovrebbero essere erogati dalla Regione Campanaia per la riqualificazione dell’intero litorale Domitio.
2019
A ‘guardia’ del Volturno: storia di un castello e di un paesaggio negato / Amore, Raffaele. - In: SUSTAINABLE MEDITERRANEAN CONSTRUCTION. - ISSN 2420-8213. - Riconoscere e far conoscere i paesaggi fortificati:(2019), pp. 103-108.
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