Il contributo adopera il motto eschileo πάθει μάθος come punto di partenza e bussola nella esplorazione di una concezione non costruttivistica dell’apprendimento e si inserisce nel contemporaneo dibattito internazionale su quello che è stato chiamato “superamento della metafora costruttivista”. Focalizzandosi sul pragmatismo pedagogico e slegandolo da talune declinazioni in senso costruttivista (come da esempio eminente della Scuola di Colonia), il contribuito perviene alla sua proposta attraverso tre step argomentativi. Anzitutto, si presenta una critica recente alla nozione sperimentale di esperienza propria di Dewey e si discute il suggerimento che è stato avanzato di integrarla con alcune intuizioni gadameriane, che consentirebbero di ampliare il significato di esperienza, enfatizzandone le valenze esistenziali. Su questo sfondo, si tratteggia come le critiche al costruttivismo, proposte da teorici come Gert Biesta e Wolff-Michael Roth, siano culminate in una valorizzazione della dimensione della passibilità e dell’essere-affetti. Infine, nell’orizzonte delle idee approntate in queste discussioni, si argomenta in favore di una lettura non costruttivista del congegno concettuale di Dewey e si mostra in che senso e in che misura la formula eschilea possa essere appropriata in una prospettiva deweyana, fornendo una chiave per cui nell’atto matetico ne va sempre di una dimensione patica e non meramente costruttivista.

Πάθει μάθος o per una teoria non costruttivista dell’apprendimento. “Passibilità”, esperienza ed educazione / Oliverio, S. - In: METIS. - ISSN 2240-9580. - 9:1(2019), pp. 489-515.

Πάθει μάθος o per una teoria non costruttivista dell’apprendimento. “Passibilità”, esperienza ed educazione

Oliverio S
2019

Abstract

Il contributo adopera il motto eschileo πάθει μάθος come punto di partenza e bussola nella esplorazione di una concezione non costruttivistica dell’apprendimento e si inserisce nel contemporaneo dibattito internazionale su quello che è stato chiamato “superamento della metafora costruttivista”. Focalizzandosi sul pragmatismo pedagogico e slegandolo da talune declinazioni in senso costruttivista (come da esempio eminente della Scuola di Colonia), il contribuito perviene alla sua proposta attraverso tre step argomentativi. Anzitutto, si presenta una critica recente alla nozione sperimentale di esperienza propria di Dewey e si discute il suggerimento che è stato avanzato di integrarla con alcune intuizioni gadameriane, che consentirebbero di ampliare il significato di esperienza, enfatizzandone le valenze esistenziali. Su questo sfondo, si tratteggia come le critiche al costruttivismo, proposte da teorici come Gert Biesta e Wolff-Michael Roth, siano culminate in una valorizzazione della dimensione della passibilità e dell’essere-affetti. Infine, nell’orizzonte delle idee approntate in queste discussioni, si argomenta in favore di una lettura non costruttivista del congegno concettuale di Dewey e si mostra in che senso e in che misura la formula eschilea possa essere appropriata in una prospettiva deweyana, fornendo una chiave per cui nell’atto matetico ne va sempre di una dimensione patica e non meramente costruttivista.
2019
Πάθει μάθος o per una teoria non costruttivista dell’apprendimento. “Passibilità”, esperienza ed educazione / Oliverio, S. - In: METIS. - ISSN 2240-9580. - 9:1(2019), pp. 489-515.
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