Obiettivo dell'articolo è quello di rileggere l’ottava Elegia duinese di Rainer Maria Rilke in una prospettiva filosofica a partire da una rigorosa adesione al testo che permette di superare la consueta dicotomia tra uomo e animale che vedrebbe quest’ultimo coincidente con la creatura, a favore di una lettura che altresì evidenzi che la creatura indica prima di tutto la possibilità di accedere all’aperto come esperienza fondamentale di relazione. Non esiste un aperto dell’uomo e un aperto dell’animale opposti tra di loro e in base alle rispettive differenti capacità, esiste soltanto l’aperto che la creatura esperisce e che l’uomo – che potrebbe accedervi ma semplicemente non ci riesce – può scorgere soltanto nell’occhio dell’animale, ma non di un animale qualsiasi, bensì dell’animale come creatura.
L'animale come creatura. Per una lettura filosofica dell'ottava Elegia duinese di Rilke / Venezia, Simona. - In: LOGOI.PH. - ISSN 2420-9775. - IV:12(2018), pp. 67-80.
L'animale come creatura. Per una lettura filosofica dell'ottava Elegia duinese di Rilke
SIMONA VENEZIA
2018
Abstract
Obiettivo dell'articolo è quello di rileggere l’ottava Elegia duinese di Rainer Maria Rilke in una prospettiva filosofica a partire da una rigorosa adesione al testo che permette di superare la consueta dicotomia tra uomo e animale che vedrebbe quest’ultimo coincidente con la creatura, a favore di una lettura che altresì evidenzi che la creatura indica prima di tutto la possibilità di accedere all’aperto come esperienza fondamentale di relazione. Non esiste un aperto dell’uomo e un aperto dell’animale opposti tra di loro e in base alle rispettive differenti capacità, esiste soltanto l’aperto che la creatura esperisce e che l’uomo – che potrebbe accedervi ma semplicemente non ci riesce – può scorgere soltanto nell’occhio dell’animale, ma non di un animale qualsiasi, bensì dell’animale come creatura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.