Nel 2015 il decreto legislativo n. 81 – uno degli otto decreti attuativi della legge delega 183/2014 nota come Jobs Act – riscrive, ancora una volta e in maniera significativa, per l’ultima volta in ordine di tempo, le regole dell’apprendistato istituito in Italia nel 1955. Ma per quanti aggiustamenti e provvedimenti siano stati emanati fino ad oggi in Italia, l’apprendistato rimane uno strumento di inserimento scarsamente efficace e che non ha raggiunto obiettivi soddisfacenti in termini di occupazione. Eppure anche in Italia è diffusa convinzione che esso sia una strategia efficiente per mettere in contatto il mondo della scuola, quello della formazione e quello del lavoro. Nell’articolo si illustra attraverso quali e quanti cambiamenti normativi si è proceduto nel corso degli anni e si tenta di individuare quali elementi hanno impedito finora che esso diventasse lo strumento incisivo per migliorare l’incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro giovanile in Italia: da un complicato assetto normativo, su cui si è continuamente intervenuto e che ha creato più incertezze che prassi consolidate, all’assenza di raccordo fra standard professionali e standard formativi, dalla debolezza di un sistema di validazione degli apprendimenti non formali, ad un debole coinvolgimento delle parti sociali e delle imprese stesse, fino alla mancanza di una certificazione delle competenze. Eppure un buon sistema di apprendistato potrebbe garantire ai giovani le competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro e agli imprenditori la manodopera qualificata adeguata ai fabbisogni aziendali di cui risultano continuamente alla ricerca. L’ultimo intervento in materia di apprendistato dichiara nelle intenzioni di volere affrontare alcuni di questi nodi problematici.

Apprendistato: la difficile via italiana alla transizione scuola-lavoro / ORIENTALE CAPUTO, Giustina. - In: LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI. - ISSN 1724-5389. - 2:(2016), pp. 137-152.

Apprendistato: la difficile via italiana alla transizione scuola-lavoro

ORIENTALE CAPUTO GIUSTINA
2016

Abstract

Nel 2015 il decreto legislativo n. 81 – uno degli otto decreti attuativi della legge delega 183/2014 nota come Jobs Act – riscrive, ancora una volta e in maniera significativa, per l’ultima volta in ordine di tempo, le regole dell’apprendistato istituito in Italia nel 1955. Ma per quanti aggiustamenti e provvedimenti siano stati emanati fino ad oggi in Italia, l’apprendistato rimane uno strumento di inserimento scarsamente efficace e che non ha raggiunto obiettivi soddisfacenti in termini di occupazione. Eppure anche in Italia è diffusa convinzione che esso sia una strategia efficiente per mettere in contatto il mondo della scuola, quello della formazione e quello del lavoro. Nell’articolo si illustra attraverso quali e quanti cambiamenti normativi si è proceduto nel corso degli anni e si tenta di individuare quali elementi hanno impedito finora che esso diventasse lo strumento incisivo per migliorare l’incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro giovanile in Italia: da un complicato assetto normativo, su cui si è continuamente intervenuto e che ha creato più incertezze che prassi consolidate, all’assenza di raccordo fra standard professionali e standard formativi, dalla debolezza di un sistema di validazione degli apprendimenti non formali, ad un debole coinvolgimento delle parti sociali e delle imprese stesse, fino alla mancanza di una certificazione delle competenze. Eppure un buon sistema di apprendistato potrebbe garantire ai giovani le competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro e agli imprenditori la manodopera qualificata adeguata ai fabbisogni aziendali di cui risultano continuamente alla ricerca. L’ultimo intervento in materia di apprendistato dichiara nelle intenzioni di volere affrontare alcuni di questi nodi problematici.
2016
Apprendistato: la difficile via italiana alla transizione scuola-lavoro / ORIENTALE CAPUTO, Giustina. - In: LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI. - ISSN 1724-5389. - 2:(2016), pp. 137-152.
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