Nonostante il tempo trascorso dal primo intervento legislativo (la legge n. 154 del 1992, cd. legge sulla trasparenza), il dibattito sulla tenuta delle regole di comportamento imposte al prestatore dei servizi bancari e finanziari e sulla loro idoneità ad assicurare un’effettiva protezione al fruitore degli stessi mantiene la sua attualità. Costituiscono valida testimonianza di ciò, oltre i recentissimi accadimenti che hanno interessato talune banche del nostro Paese, le frequenti revisioni di tali regole a livello sia di norma primaria, che secondaria (le Istruzioni della Banca d’Italia). Tali interventi, nella prospettiva dell’Autore, non hanno risolto i problemi applicativi posti dalla disciplina in esame. La tendenza del legislatore, per vero comune anche ad altri settori, a fissare regole non più generali, ma particolari, ossia legate alla fattispecie concreta che si intende disciplinare, dà luogo spesso a vuoti normativi (si pensi cosi alla mancata esplicitazione dei rimedi sanzionatori per taluni casi di violazione delle regole di condotta da parte dell’intermediario, o al modo stesso di funzionamento delle nullità previste dal TUB), non colmati dall’ampio ricorso alla delegificazione, presente anche nel settore bancario e finanziario. Tale modo di legiferare pone inoltre problemi di compatibilità con le regole di comportamento previste per taluni settori del mercato creditizio (i servizi di pagamento e le operazioni di credito al consumo), nonché per il mercato mobiliare, regole queste che per profili non secondari (si pensi alla diversa regolamentazione dello jus variandi) divergono sensibilmente tra loro. L’Autore si propone quindi di risolvere tali problemi applicativi, ricorrendo a un duplice strumento di analisi. Il primo, volto ad analizzare la disciplina dei servizi bancari e finanziari, delimitando il suo campo di applicazione rispetto alle norme previste per i servizi di pagamento, le operazioni di credito al consumo e i servizi di investimento, onde evitare possibili sovrapposizioni di regole tra loro incompatibili. Il secondo strumento, volto a verificare se i vuoti della predetta disciplina possano essere colmati attraverso il ricorso a principi generali, da rintracciarsi non solo nelle regole del codice civile in tema di contratti, ma anche nelle norme che, sebbene specifiche a un determinato settore dell’intermediazione (creditizia o mobiliare), possono assumere, per il comune denominatore che le ispira di tutelare il cliente dell’intermediario, valenza di regola generale, in quanto tale suscettibile di applicazione anche al di fuori del suo ambito di competenza.

Le regole di comportamento nella prestazione dei servizi bancari e finanziari nel mercato creditizio e la disciplina delle nullità previste dal TUB, ed. Eurilink, Roma, 2015. ISBN 978-88-97931-72-0 / Spena, Angelo. - 14:(2015), pp. 1-198.

Le regole di comportamento nella prestazione dei servizi bancari e finanziari nel mercato creditizio e la disciplina delle nullità previste dal TUB, ed. Eurilink, Roma, 2015. ISBN 978-88-97931-72-0.

Angelo Spena
2015

Abstract

Nonostante il tempo trascorso dal primo intervento legislativo (la legge n. 154 del 1992, cd. legge sulla trasparenza), il dibattito sulla tenuta delle regole di comportamento imposte al prestatore dei servizi bancari e finanziari e sulla loro idoneità ad assicurare un’effettiva protezione al fruitore degli stessi mantiene la sua attualità. Costituiscono valida testimonianza di ciò, oltre i recentissimi accadimenti che hanno interessato talune banche del nostro Paese, le frequenti revisioni di tali regole a livello sia di norma primaria, che secondaria (le Istruzioni della Banca d’Italia). Tali interventi, nella prospettiva dell’Autore, non hanno risolto i problemi applicativi posti dalla disciplina in esame. La tendenza del legislatore, per vero comune anche ad altri settori, a fissare regole non più generali, ma particolari, ossia legate alla fattispecie concreta che si intende disciplinare, dà luogo spesso a vuoti normativi (si pensi cosi alla mancata esplicitazione dei rimedi sanzionatori per taluni casi di violazione delle regole di condotta da parte dell’intermediario, o al modo stesso di funzionamento delle nullità previste dal TUB), non colmati dall’ampio ricorso alla delegificazione, presente anche nel settore bancario e finanziario. Tale modo di legiferare pone inoltre problemi di compatibilità con le regole di comportamento previste per taluni settori del mercato creditizio (i servizi di pagamento e le operazioni di credito al consumo), nonché per il mercato mobiliare, regole queste che per profili non secondari (si pensi alla diversa regolamentazione dello jus variandi) divergono sensibilmente tra loro. L’Autore si propone quindi di risolvere tali problemi applicativi, ricorrendo a un duplice strumento di analisi. Il primo, volto ad analizzare la disciplina dei servizi bancari e finanziari, delimitando il suo campo di applicazione rispetto alle norme previste per i servizi di pagamento, le operazioni di credito al consumo e i servizi di investimento, onde evitare possibili sovrapposizioni di regole tra loro incompatibili. Il secondo strumento, volto a verificare se i vuoti della predetta disciplina possano essere colmati attraverso il ricorso a principi generali, da rintracciarsi non solo nelle regole del codice civile in tema di contratti, ma anche nelle norme che, sebbene specifiche a un determinato settore dell’intermediazione (creditizia o mobiliare), possono assumere, per il comune denominatore che le ispira di tutelare il cliente dell’intermediario, valenza di regola generale, in quanto tale suscettibile di applicazione anche al di fuori del suo ambito di competenza.
2015
9788897931720
Le regole di comportamento nella prestazione dei servizi bancari e finanziari nel mercato creditizio e la disciplina delle nullità previste dal TUB, ed. Eurilink, Roma, 2015. ISBN 978-88-97931-72-0 / Spena, Angelo. - 14:(2015), pp. 1-198.
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