Il saggio muove dalla convinzione secondo la quale la Corte costituzionale, seppur con talune limitazioni, non possa completamente disinteressarsi dell’impatto delle proprie decisioni. In questa cornice teorica, ricostruita puntualmente, il contributo analizza la scarsa attenzione del legislatore al problema della quantificazione degli oneri finanziari derivanti dalle pronunce del Giudice costituzionale. Si evidenzia come l’uso delle ordinanze istruttorie, di cui si propone una tassonomia, risulti piuttosto sporadico, per poi indagare i limiti e le potenzialità derivanti dall’utilizzo dell’attività istruttoria nel giudizio costituzionale. Ulteriori spazi di indagine sono definiti grazie all’esame della Sezione autonoma per la documentazione degli oneri finanziari, costituita nell’ambito del Servizio Studi della Corte costituzionale (1995-2000), la cui attività offre interessanti elementi di riflessione, anche nella prospettiva di alcune considerazioni di sistema. La seconda parte del saggio è dedicata alla modulazione degli effetti temporali delle decisioni costituzionali, per verificare le occasioni in cui tale pratica, che pur genere molteplici perplessità in dottrina, sia utilizzata per limitare l’impatto delle sentenza “di spesa” della Corte costituzionale. Le risultanze dell’analisi condotta consentono di riflettere circa il ruolo del Giudice costituzionale nel sistema, in particolare nella prospettiva della tensione che, in un periodo di grave crisi economico-finanziaria, è venuta a prodursi tra le pronunce che costano e l’articolo 81 della Costituzione. Uno scenario – fattuale e normativo – che accresce l’interesse circa la portata dell’attività istruttoria, formale o informale, che la Corte pone (o non pone) in essere per conoscere le “conseguenze finanziarie” prodotte dalle proprie pronunce. In tale scenario, dunque, si sostiene che, nella permanente tensione tra rigore finanziario e diritti, al Giudice costituzionale spetti sindacare la ragionevolezza delle scelte del legislatore, considerando la sostenibilità di queste scelte ma, allo stesso tempo, garantendo innanzitutto i livelli essenziali delle prestazioni, con particolare riguardo ai diritti fondamentali.
Attività istruttoria, conseguenze finanziarie e modulazione degli effetti temporali delle decisioni / Troisi, Michela. - In: GRUPPO DI PISA. - ISSN 2039-8026. - n. 2/2017(2017), pp. 1-36.
Attività istruttoria, conseguenze finanziarie e modulazione degli effetti temporali delle decisioni
Michela Troisi
2017
Abstract
Il saggio muove dalla convinzione secondo la quale la Corte costituzionale, seppur con talune limitazioni, non possa completamente disinteressarsi dell’impatto delle proprie decisioni. In questa cornice teorica, ricostruita puntualmente, il contributo analizza la scarsa attenzione del legislatore al problema della quantificazione degli oneri finanziari derivanti dalle pronunce del Giudice costituzionale. Si evidenzia come l’uso delle ordinanze istruttorie, di cui si propone una tassonomia, risulti piuttosto sporadico, per poi indagare i limiti e le potenzialità derivanti dall’utilizzo dell’attività istruttoria nel giudizio costituzionale. Ulteriori spazi di indagine sono definiti grazie all’esame della Sezione autonoma per la documentazione degli oneri finanziari, costituita nell’ambito del Servizio Studi della Corte costituzionale (1995-2000), la cui attività offre interessanti elementi di riflessione, anche nella prospettiva di alcune considerazioni di sistema. La seconda parte del saggio è dedicata alla modulazione degli effetti temporali delle decisioni costituzionali, per verificare le occasioni in cui tale pratica, che pur genere molteplici perplessità in dottrina, sia utilizzata per limitare l’impatto delle sentenza “di spesa” della Corte costituzionale. Le risultanze dell’analisi condotta consentono di riflettere circa il ruolo del Giudice costituzionale nel sistema, in particolare nella prospettiva della tensione che, in un periodo di grave crisi economico-finanziaria, è venuta a prodursi tra le pronunce che costano e l’articolo 81 della Costituzione. Uno scenario – fattuale e normativo – che accresce l’interesse circa la portata dell’attività istruttoria, formale o informale, che la Corte pone (o non pone) in essere per conoscere le “conseguenze finanziarie” prodotte dalle proprie pronunce. In tale scenario, dunque, si sostiene che, nella permanente tensione tra rigore finanziario e diritti, al Giudice costituzionale spetti sindacare la ragionevolezza delle scelte del legislatore, considerando la sostenibilità di queste scelte ma, allo stesso tempo, garantendo innanzitutto i livelli essenziali delle prestazioni, con particolare riguardo ai diritti fondamentali.File | Dimensione | Formato | |
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