Il libro ricostruisce le vicende dei soldati trentini che, arruolati dall’esercito austroungarico durante la Prima guerra mondiale, caddero prigionieri sul fronte russo. La Russia zarista, nel tentativo di sfruttare le divisioni nazionali dell’Impero asburgico, propose loro di dichiararsi cittadini italiani, pronti a essere inviati in Italia per combattere contro la loro vecchia patria. Dal 1916 il governo italiano accolse parzialmente questa strategia e inviò una Missione militare in Russia per il recupero di questi italiani irredenti. Queste politiche indussero numerosi dubbi e riflessioni nei trentini, che fino ad allora si erano riconosciuti principalmente in una piccola comunità corrispondente al loro paese o al massimo alla regione. Alcuni, attraverso l’esperienza della prigionia e dell’arruolamento nei Battaglioni neri schierati contro i sovietici, acquisirono un forte senso di appartenenza italiana e andarono poi a costituire lo zoccolo duro del regime fascista nel Trentino italiano. Altri invece, sfuggiti ai processi di italianizzazione dei campi di prigionia, rimasero fedeli, più che agli Asburgo, alla propria piccola patria trentina. La ricerca è basata sull’analisi di decine di diari e memoriali scritti dagli stessi soldati: questi documenti riportano le avventure quasi epiche dei prigionieri che conobbero tanto la campagna russa quanto il freddo siberiano, tanto il regime nato dalla Rivoluzione d’ottobre quanto le strane usanze delle popolazioni asiatiche incontrate nel viaggio di ritorno. Da tutti emerge il ruolo della religione cattolica come elemento centrale delle identità personali e collettive, e come bussola per orientarsi nell’incontro con l’altro.

Tornare in Italia: Come i prigionieri trentini in Russia divennero italiani (1914-1920) / Bellezza, SIMONE ATTILIO. - (2016).

Tornare in Italia: Come i prigionieri trentini in Russia divennero italiani (1914-1920)

Simone Attilio Bellezza
2016

Abstract

Il libro ricostruisce le vicende dei soldati trentini che, arruolati dall’esercito austroungarico durante la Prima guerra mondiale, caddero prigionieri sul fronte russo. La Russia zarista, nel tentativo di sfruttare le divisioni nazionali dell’Impero asburgico, propose loro di dichiararsi cittadini italiani, pronti a essere inviati in Italia per combattere contro la loro vecchia patria. Dal 1916 il governo italiano accolse parzialmente questa strategia e inviò una Missione militare in Russia per il recupero di questi italiani irredenti. Queste politiche indussero numerosi dubbi e riflessioni nei trentini, che fino ad allora si erano riconosciuti principalmente in una piccola comunità corrispondente al loro paese o al massimo alla regione. Alcuni, attraverso l’esperienza della prigionia e dell’arruolamento nei Battaglioni neri schierati contro i sovietici, acquisirono un forte senso di appartenenza italiana e andarono poi a costituire lo zoccolo duro del regime fascista nel Trentino italiano. Altri invece, sfuggiti ai processi di italianizzazione dei campi di prigionia, rimasero fedeli, più che agli Asburgo, alla propria piccola patria trentina. La ricerca è basata sull’analisi di decine di diari e memoriali scritti dagli stessi soldati: questi documenti riportano le avventure quasi epiche dei prigionieri che conobbero tanto la campagna russa quanto il freddo siberiano, tanto il regime nato dalla Rivoluzione d’ottobre quanto le strane usanze delle popolazioni asiatiche incontrate nel viaggio di ritorno. Da tutti emerge il ruolo della religione cattolica come elemento centrale delle identità personali e collettive, e come bussola per orientarsi nell’incontro con l’altro.
2016
978-88-15-26441-1
Tornare in Italia: Come i prigionieri trentini in Russia divennero italiani (1914-1920) / Bellezza, SIMONE ATTILIO. - (2016).
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