In Campania si sono conservati undici crocifissi lignei databili tra XII e XIII secolo. Si tratta di un numero consistente al confronto con le regioni limitrofe dell’Italia meridionale, dove raramente sopravvivono esemplari anteriori al XIII. Ma i crocifissi campani si segnalano soprattutto per la varietà tipologica e iconografica. Quello di Mirabella Eclano, vicino Benevento, riprende un modello di Christus triumphans molto simile alla Crocifissione di un Exultet (1120 circa), di manifattura beneventana. Un modello analogo è attestato più tardi ad Acerra, nel cuore della Campania normanna. A Napoli, un diverso tipo di Christus triumphans è adottato nei crocifissi di San Giovanni Maggiore (ora perduto), che aveva preservato le tabelle laterali con i dolenti, e in quello di San Giorgio Maggiore, che ha preservato la croce originaria con l’iscrizione INRI a rilievo nella cimasa. Da un documento del 1230 si apprende che il crocifisso si trovava sopra un altare. I crocifissi di Sant’Aniello a Caponapoli e del duomo raffigurano Cristo morto e sono ispirati a un modello francese. In quello di Santa Maria a Piazza, che ha conservato la croce dipinta originaria, la posizione dell’aureola a rilievo dimostra che era esposto con inclinazione verso il basso, come nelle croci raffigurate da Giotto nelle Storie di San Francesco ad Assisi. Dimensioni e morfologia avvalorano la collocazione di tutti questi crocifissi presso un altare posto in “in medio ecclesiae”. La particolare funzione liturgica di questi simulacri è all’origine della speciale venerazione che gli era riservata a Napoli, dove sin dal secolo XI sono attestate donazioni di terreni favore di crocifissi “pro remedio animae”. Il culto della croce era alimentato anche da confraternite, sia laiche sia clericali, dedite all’officiatura per i defunti e ad attività di assistenza ai poveri e agli ammalati: le staurite (da “stauros”, croce) e le Congregationes feriae sextae.

Spazio liturgico e rappresentazione del sacro: crocifissi monumentali d’età romanica a Napoli e in Campania / D'Ovidio, Stefano. - In: HORTUS ARTIUM MEDIEVALIUM. - ISSN 1330-7274. - 20:2(2014), pp. 753-762.

Spazio liturgico e rappresentazione del sacro: crocifissi monumentali d’età romanica a Napoli e in Campania

Stefano D'Ovidio
2014

Abstract

In Campania si sono conservati undici crocifissi lignei databili tra XII e XIII secolo. Si tratta di un numero consistente al confronto con le regioni limitrofe dell’Italia meridionale, dove raramente sopravvivono esemplari anteriori al XIII. Ma i crocifissi campani si segnalano soprattutto per la varietà tipologica e iconografica. Quello di Mirabella Eclano, vicino Benevento, riprende un modello di Christus triumphans molto simile alla Crocifissione di un Exultet (1120 circa), di manifattura beneventana. Un modello analogo è attestato più tardi ad Acerra, nel cuore della Campania normanna. A Napoli, un diverso tipo di Christus triumphans è adottato nei crocifissi di San Giovanni Maggiore (ora perduto), che aveva preservato le tabelle laterali con i dolenti, e in quello di San Giorgio Maggiore, che ha preservato la croce originaria con l’iscrizione INRI a rilievo nella cimasa. Da un documento del 1230 si apprende che il crocifisso si trovava sopra un altare. I crocifissi di Sant’Aniello a Caponapoli e del duomo raffigurano Cristo morto e sono ispirati a un modello francese. In quello di Santa Maria a Piazza, che ha conservato la croce dipinta originaria, la posizione dell’aureola a rilievo dimostra che era esposto con inclinazione verso il basso, come nelle croci raffigurate da Giotto nelle Storie di San Francesco ad Assisi. Dimensioni e morfologia avvalorano la collocazione di tutti questi crocifissi presso un altare posto in “in medio ecclesiae”. La particolare funzione liturgica di questi simulacri è all’origine della speciale venerazione che gli era riservata a Napoli, dove sin dal secolo XI sono attestate donazioni di terreni favore di crocifissi “pro remedio animae”. Il culto della croce era alimentato anche da confraternite, sia laiche sia clericali, dedite all’officiatura per i defunti e ad attività di assistenza ai poveri e agli ammalati: le staurite (da “stauros”, croce) e le Congregationes feriae sextae.
2014
Spazio liturgico e rappresentazione del sacro: crocifissi monumentali d’età romanica a Napoli e in Campania / D'Ovidio, Stefano. - In: HORTUS ARTIUM MEDIEVALIUM. - ISSN 1330-7274. - 20:2(2014), pp. 753-762.
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