Il saggio presenta uno studio riguardante il problema delle strategie compositive messe in atto da alcuni grandi autori della letteratura italiana del Trecento per risolvere il problema della forma-libro destinata a trasmettere opere proprie e altrui. Dapprima ci si sofferma sugli autografi del Canzoniere e del Decameron, poi si concentra l’attenzione sulle scelte compiute dal Boccaccio per confezionare le sue tre copie della Commedia dantesca; quei manoscritti sono caratterizzati da una struttura materiale del tutto coerente, che colpisce per la loro completa diversità rispetto al modo con cui si erano confezionati i codici del poema sacro a Firenze fino a quel momento. Il Boccaccio avrebbe optato per tale tipologia libraria, fortemente innovativa, con l’obiettivo di connettersi alla grande tradizione dei classici latini; in tal modo egli determinava un taglio nella circolazione dell’opera analogo a quello provocato dalle sue spregiudicate soluzioni di carattere filologico e offriva uno straordinario omaggio al maestro, compiendo un’opera di nobilitazione, con il preciso intento di elevare la nuova classicità volgare al livello di quella latina.

Percezione dell’autografia e tradizione dell’autore / Cursi, M.. - (2010), pp. 159-184. (Intervento presentato al convegno «Di mano propria». Gli autografi dei letterati italiani tenutosi a Forlì nel 24-27 novembre 2008).

Percezione dell’autografia e tradizione dell’autore

M. CURSI
2010

Abstract

Il saggio presenta uno studio riguardante il problema delle strategie compositive messe in atto da alcuni grandi autori della letteratura italiana del Trecento per risolvere il problema della forma-libro destinata a trasmettere opere proprie e altrui. Dapprima ci si sofferma sugli autografi del Canzoniere e del Decameron, poi si concentra l’attenzione sulle scelte compiute dal Boccaccio per confezionare le sue tre copie della Commedia dantesca; quei manoscritti sono caratterizzati da una struttura materiale del tutto coerente, che colpisce per la loro completa diversità rispetto al modo con cui si erano confezionati i codici del poema sacro a Firenze fino a quel momento. Il Boccaccio avrebbe optato per tale tipologia libraria, fortemente innovativa, con l’obiettivo di connettersi alla grande tradizione dei classici latini; in tal modo egli determinava un taglio nella circolazione dell’opera analogo a quello provocato dalle sue spregiudicate soluzioni di carattere filologico e offriva uno straordinario omaggio al maestro, compiendo un’opera di nobilitazione, con il preciso intento di elevare la nuova classicità volgare al livello di quella latina.
2010
9788884026903
Percezione dell’autografia e tradizione dell’autore / Cursi, M.. - (2010), pp. 159-184. (Intervento presentato al convegno «Di mano propria». Gli autografi dei letterati italiani tenutosi a Forlì nel 24-27 novembre 2008).
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