Boccaccio a Yale: i codici conservati presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library (con alcune considerazioni sulla tradizione manoscritta del Filocolo)

Il saggio presenta le descrizioni analitiche di sei manoscritti conservati presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale, contenenti alcune opere di Giovanni Boccaccio, tra cui due frammenti del Decameron, il Filocolo, il Filostrato, il Corbaccio, il De Mulieribus claris e il De Montibus. La seconda parte del contributo si sofferma sulla tradizione manoscritta del Filocolo, individuando al suo interno alcune linee di tendenza: a) la distribuzione cronologica dei codici sembra svilupparsi con modalità decisamente differenti da quanto rilevato per il Decameron: se per il Centonovelle è attestato un buon successo fin dalla prima diffusione, il Filocolo resta un’opera per pochi, se non per pochissimi, per circa un sessantennio b) le rilevazioni di carattere codicologico mostrano una prevalenza del materiale scrittorio cartaceo che però risulta meno netta rispetto al dato riguardante la tradizione decameroniana; c) l’analisi delle tipologie grafiche evidenzia che il gruppo più consistente è di gran lunga quello dei manoscritti in semigotica, seguito dai codici in scritture umanistiche; la percentuale dei testimoni in mercantesca, sostanzialmente pari a quella dei manoscritti in scritture di base cancelleresca, è significativa ma non paragonabile a quella registrata per la tradizione del Centonovelle. Ciò sembra confermare ulteriormente l’esistenza di una notevole differenza nel profilo dei lettori delle due opere: se per il Decameron l’ambiente di diffusione privilegiato resta quello fiorentino, di matrice borghese mercantile, il Filocolo sembra aver incontrato un notevole favore anche nell’area padana orientale, lombarda, veneta e umbra, in climi culturali spesso orientati ad un gusto cortese