La Costituzione Italiana sancisce il diritto al lavoro di tutti i cittadini (art.4), sottolineando inoltre come questo diritto debba essere reso possibile dallo Stato stesso. Sempre la Costituzione ribadisce come sia compito dello Stato rimuovere gli ostacoli economici e sociali che permettano al soggetto, cittadino-lavoratore, di poter partecipare a “l’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, favorendo quindi una piena inclusione. Tali principi vengono ripresi nel Libro verde diffuso dalla Comunità europea ed estesi a tutti i cittadini europei incoraggiando i concetti di flexicurity, mobilità e conoscenza. Questa indicazione della costituzione e della soft law europea risultano ancora più importanti in questo momento storico che vede aumentare il numero degli inoccupati e dei disoccupati in particolare nella popolazione giovanile che si sta affacciando ora al mondo del lavoro assorbendone le problematiche maggiori. In essa il tasso relativo alla disoccupazione si aggira intorno al 29,6% in Italia rispetto una media dell’Eurozona che si attesta attorno al 21% (Istat, 2011; Eurostat, 2011). Con questo contributo ci si vuole focalizzare, non tanto sulla questione della disoccupazione in sé, quanto sull’importante aspetto dell’inclusione sociale quale punto di partenza sia per comprendere i diversi modelli di policy (e di welfare) portati avanti dalle Regioni, in costanza di autonomia locale, sia per portare avanti un lavoro di comparazione sui disegni di policy europea sulla disoccupazione giovanile, che permetta di capire quanto e come le politiche regionali italiane in materia siano integrate a livello europeo e come si differenzino rispetto a modelli implementati in ambiti nazionali differenti. Una comparazione intranazionale ed una internazionale sono state scelte come punto di partenza per l’elaborazione di una tipologia complessiva sulle traiettorie di sviluppo rispetto ai sistemi di welfare. La rivalutazione della dimensione territoriale e del processo di europeizzazione ha comportato, in materia di politiche sociali, fenomeni di decentramento, attivazione, proliferazione degli attori e costituzione di network decisionali locali. Pertanto, nella prima parte del contributo si è scelto di approfondire il tema dell’integrazione nelle politiche europee. Integrazione che sarà discussa a partire delle politiche di inclusione sociale e lavorativa rivolte ai giovani e portate avanti attraverso progetti concreti in tre contesti locali, due nazionali, uno straniero. Attraverso l’analisi di tali progetti si vuole quindi prospettare una diversa tipologia di welfare rispetto alla quale variabile discriminante diviene l’integrazione comunitaria e le diverse forme che questa assume tra Nazioni e contesti locali dell’Europa a 27. Si tratta essenzialmente dello sviluppo di un disegno di ricerca in ottica mixed methods, il quale prevede il passaggio da una dimensione macro, quale l’analisi su dati secondari o indicatori sociali per la definizione del quadro contestuale d’analisi e la selezione dei contesti, ad una dimensione micro, la quale prevede l’affondo analitico nei diretti contesti locali selezionati al fine di fare emergere le caratteristiche contestuali dal contesto stesso. Nella seconda parte del lavoro sarà illustrata la comparazione di tre progetti di inclusione sociale e lavorativa rivolti ai giovani disoccupati ed inoccupati che, come accennato, fa riferimento ad una comparazione intranazionale, tra Campania (Napoli) e Lombardia (Milano), ed una internazionale tra Milano e Berlino. Quindi, si analizzeranno le modalità con cui la Regione Lombardia (in particolare Milano) e la Regione Campania (in particolare Napoli) affrontano la questione dell’inclusione sociale e lavorativa dei giovani. Le due regioni sono state scelte in quanto rappresentative di due poli geografici – nord-sud –, in quanto governate per anni da diverse forze politiche che incidono sulle scelte di welfare e di policy – 20 anni di centro destra in Lombardia, centro sinistra in Campania (prima dell’ultima legislatura) – e in quanto hanno tassi di disoccupazione molto differenti – il 18,5% nel 2009 in Lombardia, il 38,1% nel 2009 in Campania. Si compareranno, quindi, i due sistemi di welfare presenti e le policy adottate, basate da una parte sulla “sussidiarietà orizzontale”, sulla forte presenza del terzo settore e sulla libera scelta dei servizi da parte del cittadino in Lombardia, mentre dall’altra su un modello a “sviluppo verticale” fatto di poteri forti ed interconnessioni incrociate in Campania. A supporto di questo, si procederà con l’analisi di due progetti di inclusione sociale e lavorativa rivolta ai giovani: il “sistema dotale” di Dote Formazione e Dote Lavoro di Regione Lombardia (rivolto, tuttavia, non solo ai giovani) e il progetto Quadrifoglio per la Campania rivolto all’inclusione dei giovani inoccupati e disoccupati (in una prima fase in particolare ai giovani disagiati e nelle successive potenzialmente a tutti i giovani della Provincia). Tale comparazione intranazionale sarà ampliata a favore del superamento dell’ambito nazionale comparato di policy per una comparazione internazionale che segue un paradigma di ispirazione normativa (Graziano, 2004) rivalutato nella sua efficacia qualitativa per lo studio dei fenomeni politici legati al sociale ed in particolare ai giovani. Si tratta della comparazione dei progetti di inclusione lavorativa giovanile tra Milano e Berlino. Lo scopo si ridimensiona e, se per l’Italia si comparano le città che meglio lasciano percepire il divario nord/sud, la comparazione tra Milano e Berlino deriva dalla necessità di mantenere sotto controllo l’influenza della dimensione di sviluppo economico e sociale di contesto, ma soprattutto dalla volontà di mettere a confronto due contesti che, nell’analisi del livello regionale, hanno fatto da traino verso la formazione di due poli nelle direzioni di sviluppo degli attuali ed emergenti sistemi di welfare, welfare europeo e net welfare locale. L’analisi è stata sviluppata a partire dal ricorso ad interviste a testimoni privilegiati, cinque a progetto, somministrate a promotori, finanziatori, progettisti, operatori e tecnici impegnati nell’implementazione e nello sviluppo dei progetti considerati. Queste, strutturate come strumenti integrati, hanno previsto una moltitudine di dimensioni e di scopi convergenti: 1. Contestualizzare i progetti, considerandone nascita ed obbiettivi prefissati attraverso l’inquadramento normativo e finanziario; 2. Compiere un’analisi di implementazione e di impatto su un versante puramente relativo alla percezione di chi nel progetto ci ha effettivamente lavorato, valutando sviluppi, dinamiche ed effettivi obiettivi raggiunti; 3. Ricostruire le reti di attori operanti nei meccanismi decisionali innescati all’interno dei progetti stessi valutando le possibili incongruenze di policy rilevate rispetto alla normativa di riferimento (analisi legislativa) ed il grado di autonomia recuperato (processi di istituzionalizzazione e ricadute sulle strutture di policy). La riflessione cui si giunge sarà volta a valutare, per l’appunto, autonomia e spinte adattive a partire da come le direttive europee vengono recepite, elaborate e messe in pratica dagli attori nei contesti locali, finalizzata alla rilevazione delle possibili incongruenze di policy e dell’apertura degli spazi decisionali (Graziano, 2004). In conclusione si cercherà di recuperare informazioni per ricostruire le reti d’azione implicate nei progetti all’interno dei diversi contesti locali, il tutto secondo fattori posizionali, reputazionali e decisionali (Lahuman & Pappi, 1961). I risultati delle comparazioni intranazionale ed internazionale portate avanti diventeranno la base per lo sviluppo della tipologia dei sistemi di welfare elaborata rispetto all’integrazione europea. Ciò al fine di valutare l’atteggiamento e le direzioni perseguite istituzionalmente a livello nazionale ed internazionale in merito a inclusione sociale e lavorativa dei giovani, individuando i punti di forza e di debolezza delle strategie perseguite concretamente a livello locale attraverso i progetti indagati e i risultati effettivi cui queste portano.
Modelli di integrazione europea e nuove tendenze nei sistemi di welfare: inclusione sociale e lavorativa dei giovani in prospettiva comparata / Pozzi, Sonia; Punziano, Gabriella. - (2013), pp. 201-207. (Intervento presentato al convegno GIOVANI COME VII – I giovani in una società multimediale. tenutosi a Università degli studi di Salerno, Fisciano (SA) nel 26-27 April 2012.).
Modelli di integrazione europea e nuove tendenze nei sistemi di welfare: inclusione sociale e lavorativa dei giovani in prospettiva comparata.
Gabriella Punziano
2013
Abstract
La Costituzione Italiana sancisce il diritto al lavoro di tutti i cittadini (art.4), sottolineando inoltre come questo diritto debba essere reso possibile dallo Stato stesso. Sempre la Costituzione ribadisce come sia compito dello Stato rimuovere gli ostacoli economici e sociali che permettano al soggetto, cittadino-lavoratore, di poter partecipare a “l’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, favorendo quindi una piena inclusione. Tali principi vengono ripresi nel Libro verde diffuso dalla Comunità europea ed estesi a tutti i cittadini europei incoraggiando i concetti di flexicurity, mobilità e conoscenza. Questa indicazione della costituzione e della soft law europea risultano ancora più importanti in questo momento storico che vede aumentare il numero degli inoccupati e dei disoccupati in particolare nella popolazione giovanile che si sta affacciando ora al mondo del lavoro assorbendone le problematiche maggiori. In essa il tasso relativo alla disoccupazione si aggira intorno al 29,6% in Italia rispetto una media dell’Eurozona che si attesta attorno al 21% (Istat, 2011; Eurostat, 2011). Con questo contributo ci si vuole focalizzare, non tanto sulla questione della disoccupazione in sé, quanto sull’importante aspetto dell’inclusione sociale quale punto di partenza sia per comprendere i diversi modelli di policy (e di welfare) portati avanti dalle Regioni, in costanza di autonomia locale, sia per portare avanti un lavoro di comparazione sui disegni di policy europea sulla disoccupazione giovanile, che permetta di capire quanto e come le politiche regionali italiane in materia siano integrate a livello europeo e come si differenzino rispetto a modelli implementati in ambiti nazionali differenti. Una comparazione intranazionale ed una internazionale sono state scelte come punto di partenza per l’elaborazione di una tipologia complessiva sulle traiettorie di sviluppo rispetto ai sistemi di welfare. La rivalutazione della dimensione territoriale e del processo di europeizzazione ha comportato, in materia di politiche sociali, fenomeni di decentramento, attivazione, proliferazione degli attori e costituzione di network decisionali locali. Pertanto, nella prima parte del contributo si è scelto di approfondire il tema dell’integrazione nelle politiche europee. Integrazione che sarà discussa a partire delle politiche di inclusione sociale e lavorativa rivolte ai giovani e portate avanti attraverso progetti concreti in tre contesti locali, due nazionali, uno straniero. Attraverso l’analisi di tali progetti si vuole quindi prospettare una diversa tipologia di welfare rispetto alla quale variabile discriminante diviene l’integrazione comunitaria e le diverse forme che questa assume tra Nazioni e contesti locali dell’Europa a 27. Si tratta essenzialmente dello sviluppo di un disegno di ricerca in ottica mixed methods, il quale prevede il passaggio da una dimensione macro, quale l’analisi su dati secondari o indicatori sociali per la definizione del quadro contestuale d’analisi e la selezione dei contesti, ad una dimensione micro, la quale prevede l’affondo analitico nei diretti contesti locali selezionati al fine di fare emergere le caratteristiche contestuali dal contesto stesso. Nella seconda parte del lavoro sarà illustrata la comparazione di tre progetti di inclusione sociale e lavorativa rivolti ai giovani disoccupati ed inoccupati che, come accennato, fa riferimento ad una comparazione intranazionale, tra Campania (Napoli) e Lombardia (Milano), ed una internazionale tra Milano e Berlino. Quindi, si analizzeranno le modalità con cui la Regione Lombardia (in particolare Milano) e la Regione Campania (in particolare Napoli) affrontano la questione dell’inclusione sociale e lavorativa dei giovani. Le due regioni sono state scelte in quanto rappresentative di due poli geografici – nord-sud –, in quanto governate per anni da diverse forze politiche che incidono sulle scelte di welfare e di policy – 20 anni di centro destra in Lombardia, centro sinistra in Campania (prima dell’ultima legislatura) – e in quanto hanno tassi di disoccupazione molto differenti – il 18,5% nel 2009 in Lombardia, il 38,1% nel 2009 in Campania. Si compareranno, quindi, i due sistemi di welfare presenti e le policy adottate, basate da una parte sulla “sussidiarietà orizzontale”, sulla forte presenza del terzo settore e sulla libera scelta dei servizi da parte del cittadino in Lombardia, mentre dall’altra su un modello a “sviluppo verticale” fatto di poteri forti ed interconnessioni incrociate in Campania. A supporto di questo, si procederà con l’analisi di due progetti di inclusione sociale e lavorativa rivolta ai giovani: il “sistema dotale” di Dote Formazione e Dote Lavoro di Regione Lombardia (rivolto, tuttavia, non solo ai giovani) e il progetto Quadrifoglio per la Campania rivolto all’inclusione dei giovani inoccupati e disoccupati (in una prima fase in particolare ai giovani disagiati e nelle successive potenzialmente a tutti i giovani della Provincia). Tale comparazione intranazionale sarà ampliata a favore del superamento dell’ambito nazionale comparato di policy per una comparazione internazionale che segue un paradigma di ispirazione normativa (Graziano, 2004) rivalutato nella sua efficacia qualitativa per lo studio dei fenomeni politici legati al sociale ed in particolare ai giovani. Si tratta della comparazione dei progetti di inclusione lavorativa giovanile tra Milano e Berlino. Lo scopo si ridimensiona e, se per l’Italia si comparano le città che meglio lasciano percepire il divario nord/sud, la comparazione tra Milano e Berlino deriva dalla necessità di mantenere sotto controllo l’influenza della dimensione di sviluppo economico e sociale di contesto, ma soprattutto dalla volontà di mettere a confronto due contesti che, nell’analisi del livello regionale, hanno fatto da traino verso la formazione di due poli nelle direzioni di sviluppo degli attuali ed emergenti sistemi di welfare, welfare europeo e net welfare locale. L’analisi è stata sviluppata a partire dal ricorso ad interviste a testimoni privilegiati, cinque a progetto, somministrate a promotori, finanziatori, progettisti, operatori e tecnici impegnati nell’implementazione e nello sviluppo dei progetti considerati. Queste, strutturate come strumenti integrati, hanno previsto una moltitudine di dimensioni e di scopi convergenti: 1. Contestualizzare i progetti, considerandone nascita ed obbiettivi prefissati attraverso l’inquadramento normativo e finanziario; 2. Compiere un’analisi di implementazione e di impatto su un versante puramente relativo alla percezione di chi nel progetto ci ha effettivamente lavorato, valutando sviluppi, dinamiche ed effettivi obiettivi raggiunti; 3. Ricostruire le reti di attori operanti nei meccanismi decisionali innescati all’interno dei progetti stessi valutando le possibili incongruenze di policy rilevate rispetto alla normativa di riferimento (analisi legislativa) ed il grado di autonomia recuperato (processi di istituzionalizzazione e ricadute sulle strutture di policy). La riflessione cui si giunge sarà volta a valutare, per l’appunto, autonomia e spinte adattive a partire da come le direttive europee vengono recepite, elaborate e messe in pratica dagli attori nei contesti locali, finalizzata alla rilevazione delle possibili incongruenze di policy e dell’apertura degli spazi decisionali (Graziano, 2004). In conclusione si cercherà di recuperare informazioni per ricostruire le reti d’azione implicate nei progetti all’interno dei diversi contesti locali, il tutto secondo fattori posizionali, reputazionali e decisionali (Lahuman & Pappi, 1961). I risultati delle comparazioni intranazionale ed internazionale portate avanti diventeranno la base per lo sviluppo della tipologia dei sistemi di welfare elaborata rispetto all’integrazione europea. Ciò al fine di valutare l’atteggiamento e le direzioni perseguite istituzionalmente a livello nazionale ed internazionale in merito a inclusione sociale e lavorativa dei giovani, individuando i punti di forza e di debolezza delle strategie perseguite concretamente a livello locale attraverso i progetti indagati e i risultati effettivi cui queste portano.File | Dimensione | Formato | |
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