Il lavoro prende in esame alcuni eventi narrativi, luoghi operanti di un’indefinita serie di pratiche collettive, validi elementi per poter ricostruire rilevanti aspetti del rapporto tra l’organizzazione sociale e i suoi simboli nonché ripercorrere spazi rituali in cui immaginazione "artistica" e immaginazione sociologica congiungono l’indagine sui valori espressivi della cultura a quella sui valori testuali delle opere. La liminalità, a cui si allude nel titolo, è giocata sul terreno di prodotti estetici segnati dalla dialettica tra natura e cultura, biologia e tecnologia, attualità e virtualità, tradizione e innovazione. Tale patrimonio, pur dischiudendo prospettive inedite e dipanando le potenzialità di modi di rappresentazione proiettati verso il futuro, conserva la fondamentale memoria del tempo trascorso, configurato, di volta in volta, come implicita conoscenza primordiale o sacralità ancestrale, come forma d’innocenza perduta o precedente vita "altra", come tradizione custodita dall’identità di popoli e civiltà o ricordo affidato alla bellezza sepolta di rovine polverose. Si tenterà di dimostrare come le interpretazioni narrative degli accadimenti, già di per sé fonte di conoscenza empirica del sociale, costituiscano strumenti di lettura dell’ineludibile vincolo esistente tra le traduzioni dell'immaginario e i mutamenti del mondo.
Il raggio verde: una metafora del confine. Riflessioni erratiche e interpretazioni sociologiche / DE FEO, Linda. - (2017).
Il raggio verde: una metafora del confine. Riflessioni erratiche e interpretazioni sociologiche
Linda De Feo
2017
Abstract
Il lavoro prende in esame alcuni eventi narrativi, luoghi operanti di un’indefinita serie di pratiche collettive, validi elementi per poter ricostruire rilevanti aspetti del rapporto tra l’organizzazione sociale e i suoi simboli nonché ripercorrere spazi rituali in cui immaginazione "artistica" e immaginazione sociologica congiungono l’indagine sui valori espressivi della cultura a quella sui valori testuali delle opere. La liminalità, a cui si allude nel titolo, è giocata sul terreno di prodotti estetici segnati dalla dialettica tra natura e cultura, biologia e tecnologia, attualità e virtualità, tradizione e innovazione. Tale patrimonio, pur dischiudendo prospettive inedite e dipanando le potenzialità di modi di rappresentazione proiettati verso il futuro, conserva la fondamentale memoria del tempo trascorso, configurato, di volta in volta, come implicita conoscenza primordiale o sacralità ancestrale, come forma d’innocenza perduta o precedente vita "altra", come tradizione custodita dall’identità di popoli e civiltà o ricordo affidato alla bellezza sepolta di rovine polverose. Si tenterà di dimostrare come le interpretazioni narrative degli accadimenti, già di per sé fonte di conoscenza empirica del sociale, costituiscano strumenti di lettura dell’ineludibile vincolo esistente tra le traduzioni dell'immaginario e i mutamenti del mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.