Imago – imitago. Note filosofiche sullo status storico e metafisico del concetto di immagine (Warburg, Benjamin, Heidegger, Nancy).

Il saggio affronta il tema del concetto di immagine - e della tensione archetipica in essa contenuta tra l’essere ed il suo apparire, tra realtà originale e realtà imitata - attraverso la sua centralità in alcuni punti nodali della storia del pensiero antico, classico e moderno e, soprattutto, nella sua silente mutazione metafisica contemporanea il cui disancoramento ontologico ed il cui shift da immagine (con un ancoraggio in una alterità ontologica) a messa-in-forma in-formatica costituisce la immagine/forma come struttura portante e sussumente la sostanza di ogni orizzonte ontologico, anche di quello tecnico-cibernetico; sorge una struttura metatecnica che trionfa nell’emergere ubiquo di metamacchine intelligenti autogovernantisi ed autoregolantisi attraverso le immagini/forme (in-formazioni) proprie di schemi neuronali-algoritmici. Rispetto alla consapevolezza di questa svolta metafisica storico-culturale-universale planetaria che risolve e dissolve il mondo (storia e natura) ed ogni sua modellizzazione idealtipica in immagine, e questa a sua volta in forma quale informazione di informazione autorinviante sempre di nuovo solo a se stessa, estendendo altresì la funzione coscienziale alla neuralità informatico-computazionale della materia stessa (cui l'umano compartecipa), altri tentativi di scrutare il fondo metafisico costitutivo eppure immanifesto delle immagini si svolgono in parallelo, quasi dando per tacito questo dissolvimento ontologico metacibernetico, e procedono di conseguenza nuotando nella fluida considerazione di una infinita struttura proteiforme autoapparenziale-immaginale di cui lo stesso pensiero (umano e non) è solo più una delle plurime emergenti apparenze e immagini possibili.