In Parlamento è in corso un importante confronto sul miglioramento degli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. Le proposte di riforma della normativa antimafia sono finalizzate a superare le grandi criticità finora evidenziate dagli operatori. Una parte della riforma tocca anche il tema della destinazione dei beni confiscati, prevedendo l’allargamento della platea di soggetti cui gli enti territoriali possono concedere gli immobili destinati ad uso sociale. La novità più interessante è la previsione che “altre tipologie di cooperative purché a mutualità prevalente” possano avere in concessione questi beni, oltre alle cooperative sociali, che fin dall’avvio della normativa di settore (L. 109/1996) potevano averli. Non si fa riferimento però alle imprese sociali ex lege e questo riaccende il confronto teorico ed ideologico sul perché imprese la cui attività economica principale ha per oggetto la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità di interesse generale, vengano escluse dalla possibilità dell’uso sociale degli immobili confiscati alle mafie; mentre lo si prevede per le sole cooperative che perseguono fine mutualistico. Si tratta di mera dimenticanza o di un’esclusione intenzionale di un soggetto imprenditoriale che sta dando prova delle sue capacità di rigenerare asset comunitari complessi – da Sud a Nord – attivando forme di collaborazioni tra persone e organizzazioni e generando nuovi settori di produzione e posti di lavoro?

I beni confiscati al bivio: tra crisi di legittimità e nuova industria sociale / Mosca, Michele; Baldascino, M.. - In: IMPRESA SOCIALE. - ISSN 2282-1694. - 6(2015).

I beni confiscati al bivio: tra crisi di legittimità e nuova industria sociale

MOSCA, MICHELE;
2015

Abstract

In Parlamento è in corso un importante confronto sul miglioramento degli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. Le proposte di riforma della normativa antimafia sono finalizzate a superare le grandi criticità finora evidenziate dagli operatori. Una parte della riforma tocca anche il tema della destinazione dei beni confiscati, prevedendo l’allargamento della platea di soggetti cui gli enti territoriali possono concedere gli immobili destinati ad uso sociale. La novità più interessante è la previsione che “altre tipologie di cooperative purché a mutualità prevalente” possano avere in concessione questi beni, oltre alle cooperative sociali, che fin dall’avvio della normativa di settore (L. 109/1996) potevano averli. Non si fa riferimento però alle imprese sociali ex lege e questo riaccende il confronto teorico ed ideologico sul perché imprese la cui attività economica principale ha per oggetto la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità di interesse generale, vengano escluse dalla possibilità dell’uso sociale degli immobili confiscati alle mafie; mentre lo si prevede per le sole cooperative che perseguono fine mutualistico. Si tratta di mera dimenticanza o di un’esclusione intenzionale di un soggetto imprenditoriale che sta dando prova delle sue capacità di rigenerare asset comunitari complessi – da Sud a Nord – attivando forme di collaborazioni tra persone e organizzazioni e generando nuovi settori di produzione e posti di lavoro?
2015
I beni confiscati al bivio: tra crisi di legittimità e nuova industria sociale / Mosca, Michele; Baldascino, M.. - In: IMPRESA SOCIALE. - ISSN 2282-1694. - 6(2015).
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