È denso il dibattito che, nel corso del Cinquecento, si accende attorno al tema della bellezza. Si va, per citare soltanto alcuni autori, da Agostino Nifo (1531), Niccolò Franco (1542), Giuseppe Betussi (1557), Niccolò Vito di Gozze (1581) e Alessandro Sardo (1586) a Torquato Tasso (Il Minturno overo de la Bellezza fu edito soltanto nel 1666), Francesco de’ Vieri (1588), Francesco India (1597), Iacopo di Gaeta (1591) e, infine, Michele Monaldi (1599). Al di là della divisione tra opere di impronta neo-platonica e opere di impronta aristotelica, sulla quale ha molto insistito la bibliografia critica, il presente contributo intende esaminare, nello specifico, le opere di Sardo e Tasso secondo un doppio percorso. Da un lato si punta l’attenzione sull’idea di bellezza che gli autori di tali opere costruiscono nel corso del loro ragionare attraverso la differenziazione tra bellezza terrena e bellezza celeste; dall’altro ci si sofferma sulle peculiari caratteristiche di tale bellezza in relazione ai concetti di «grazia», «convenevolezza» e «decoro».
Alessandro Sardi e Torquato Tasso : note sulla bellezza nel Cinquecento / Caputo, Vincenzo. - In: STUDI RINASCIMENTALI. - ISSN 1724-6164. - 14:(2016), pp. 115-125. [10.19272/201603701008]
Alessandro Sardi e Torquato Tasso : note sulla bellezza nel Cinquecento
CAPUTO, Vincenzo
2016
Abstract
È denso il dibattito che, nel corso del Cinquecento, si accende attorno al tema della bellezza. Si va, per citare soltanto alcuni autori, da Agostino Nifo (1531), Niccolò Franco (1542), Giuseppe Betussi (1557), Niccolò Vito di Gozze (1581) e Alessandro Sardo (1586) a Torquato Tasso (Il Minturno overo de la Bellezza fu edito soltanto nel 1666), Francesco de’ Vieri (1588), Francesco India (1597), Iacopo di Gaeta (1591) e, infine, Michele Monaldi (1599). Al di là della divisione tra opere di impronta neo-platonica e opere di impronta aristotelica, sulla quale ha molto insistito la bibliografia critica, il presente contributo intende esaminare, nello specifico, le opere di Sardo e Tasso secondo un doppio percorso. Da un lato si punta l’attenzione sull’idea di bellezza che gli autori di tali opere costruiscono nel corso del loro ragionare attraverso la differenziazione tra bellezza terrena e bellezza celeste; dall’altro ci si sofferma sulle peculiari caratteristiche di tale bellezza in relazione ai concetti di «grazia», «convenevolezza» e «decoro».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.