Un libro inattuale ma non troppo. Un libro sulla necessità della teoria. Un bersaglio apparente – il capitalismo – e un tema d’attacco – il rapporto politica e architettura – annunciato e svolto con originalità ma che cela ben altro. Un libro su un certo Tafuri che vuole puntare a una difficile e torsiva sintesi tra Aldo Rossi, Archizoom e infine…Dogma. Un programma di lavoro, un manifesto programmatico, che si apre con una disanima dei presupposti ideologici del movimento operaista tra storia, sinistra e intellettuali attraverso il tratteggiare, attento anche se di seconda mano, di due figure centrali del riformismo e dell’operaismo italiano: Panzieri e Tronti. Una riflessione che, dalla “autonomia del politico”, attraverso lo snodo legittimante di Tafuri (quello della stagione ideologica e non quello di Teorie e storia del 1968), tende a statuire un inedito legame, avvincente ma forse eccessivamente forzato, tra Rossi e i gruppi radical, da Archizoom (Branzi e No-Stop-City innanzitutto) a Superstudio passando per Hilberseimer, per finire con un “Dopo” denso di sviluppi.
Recensione a P.V. Aureli, Il Progetto dell’autonomia. Politica e architettura dentro e contro il capitalismo, Quodlibet, Macerata 2016 / Capozzi, Renato. - In: OP. CIT.. - ISSN 0030-3305. - 158:(2017), pp. 56-59.
Recensione a P.V. Aureli, Il Progetto dell’autonomia. Politica e architettura dentro e contro il capitalismo, Quodlibet, Macerata 2016.
CAPOZZI, RENATO
2017
Abstract
Un libro inattuale ma non troppo. Un libro sulla necessità della teoria. Un bersaglio apparente – il capitalismo – e un tema d’attacco – il rapporto politica e architettura – annunciato e svolto con originalità ma che cela ben altro. Un libro su un certo Tafuri che vuole puntare a una difficile e torsiva sintesi tra Aldo Rossi, Archizoom e infine…Dogma. Un programma di lavoro, un manifesto programmatico, che si apre con una disanima dei presupposti ideologici del movimento operaista tra storia, sinistra e intellettuali attraverso il tratteggiare, attento anche se di seconda mano, di due figure centrali del riformismo e dell’operaismo italiano: Panzieri e Tronti. Una riflessione che, dalla “autonomia del politico”, attraverso lo snodo legittimante di Tafuri (quello della stagione ideologica e non quello di Teorie e storia del 1968), tende a statuire un inedito legame, avvincente ma forse eccessivamente forzato, tra Rossi e i gruppi radical, da Archizoom (Branzi e No-Stop-City innanzitutto) a Superstudio passando per Hilberseimer, per finire con un “Dopo” denso di sviluppi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.