Le leghe ferrose per impiego strutturale dal XIX secolo ai nostri giorni: evoluzione dei processi, delle proprietà meccaniche e delle resistenze di progetto

La caratterizzazione meccanica dei materiali, così come previsto dagli attuali codici normativi, costituisce il presupposto indispensabile per la corretta identificazione e valutazione della sicurezza delle costruzioni esistenti. Nel caso di “conoscenza limitata” (KL1 o LC1), in assenza di informazioni dirette, è possibile infatti riferirsi ai valori usuali in conformità alle norme del tempo. È questo il caso, ad esempio, delle opere in carpenteria metallica di interesse storico-artistico (ponti, coperture di gallerie urbane, mercati coperti, stazioni ferroviarie etc.) o dei manufatti appartenenti all’archeologia industriale per i quali, a seguito dei vincoli imposti da parte della Soprintendenza, non è possibile eseguire estese o esaustive prove in situ. Nel presente lavoro si analizza cronologicamente, partendo dalle origini sino ad arrivare ai nostri giorni, il processo evolutivo che hanno subito le leghe ferrose per applicazioni strutturali: la ghisa, il ferro puddellato e l’acciaio. Descritti e classificati i succitati materiali, si analizzano brevemente i loro processi di produzione, nonché le principali proprietà meccaniche e le tensioni di progetto per elementi inflessi e compressi. Le fonti utilizzate sono le norme di prodotto e di progetto, integrate qualora si renda necessario, con i dati contenuti nella manualistica di settore. È stata infine proposta una metodologia utilizzabile per identificare il materiale non soltanto per le grandi opere in carpenteria metallica, ma anche e soprattutto per la caratterizzazione meccanica dei sottosistemi strutturali (ad es. solai, piattabande, tiranti) presenti in edifici esistenti, realizzati con altre tecnologie costruttive.