rc a Laurent Waelkens, Amne adverso. Roman legal heritage in European culture, Leuven Univeristy Press, Leuven 2015, pp. 424

È oramai un dato acquisito da anni che i processi di globalizzazione economica hanno creato un nuovo assetto di relazioni in Europa e nei paesi dell’area cd. mediterranea, travolti recentemente dalle ondate migratorie provenienti dall’Africa settentrionale e dall’Est. In queste fasi di passaggi epocali, che alterano i precostituiti contesti sociopolitici, appare necessario stabilizzare e adeguare gli ordinamenti giuridici, che - espressione di popoli e culture diverse – devono, ora più di prima, ritrovare una modalità di reciproca pacifica convivenza. Questi fenomeni sono nuovi nella storia europea, eppure allo storico del diritto non risultano tali, pur nella consapevolezza che i problemi del passato non possono essere considerati alla stregua di quelli attuali, e tantomeno usati per la soluzione di questi ultimi, se non nei termini di una generica affinità di problematiche, derivante innanzitutto dal fatto che il mondo romano ben conobbe l’esperienza della globalizzazione in diversi momenti della sua lunga storia. Può perciò offrire spunti di riflessione sul mondo attuale l’indagine, relativa all’esperienza giuridica romana, circa le forme di trasmissione del sapere giuridico; le modalità di accelerazione della globalizzazione giuridica attraverso l’esportazione di istituti giuridici nati a Roma e adattati in età repubblicana nell’area commerciale mediterranea; ancora l’estensione del potere normativo del princeps in età imperiale; la concessione, infine, della cittadinanza a tutti gli abitanti dell’impero, per citare solo le tappe principali di questo lungo cammino, che rivelano ovviamente anche diversi punti critici (primo fra tutti il rapporto dell’esperienza giuridica romana con i diritti provinciali).