Si pubblica un’opera finora inedita in sede scientifica: un busto in marmo di un Salvator mundi oggi in collezione privata a New York passato nel 2010 ad un’asta londinese di Sotheby’s con l’attribuzione al «Circle of Pietro Bernini». La proposta è quella di vedere in quest’opera (che si può datare per via stilistica tra il 1617 e il 1619 circa) una scultura in cui l’esecuzione è senza dubbio del maturo Pietro Bernini, ma l’invenzione, la composizione e probabilmente i modelli vanno riconosciuti invece al giovane, ma già affermato, Gian Lorenzo. C'è, infatti, una concentrazione nuova, una solidità sconosciuta, una palpabile vita interiore che induce a raccontare il Cristo come una storia, o almeno come una psicologia individuale e cioè come un ritratto: non più come un oggetto, o come una ghiribizzosa natura morta di marmo. II Cristo è progettato e 'costruito’ come un ritratto: e Pietro non aveva probabilmente mai scolpito un busto ritratto in vita sua (o almeno noi non ne conosciamo nessuno), ed aveva sempre discilpinatamente camminato all'interno delle sicure corsie dei generi stabiliti. Questo 'ritratto di Cristo', invece, tende a superare quei confini: mettendo a frutto la grande lezione della pittura contemporanea, quella di Annibale Carracci e di Caravaggio. Nella complessa e articolata varietà di collaborazioni che vedono agire insieme il padre e il figlio nel secondo decennio del Seicento, questa inversione dei ruoli naturali tra padre-maestro e figlio-allievo è molto rara, e proprio per questo la ricomparsa di questo busto appare particolarmente significativa. Non meno interessante è il soggetto dell’opera: un busto di Cristo radicato nella più pura tradizione fiorentina. Si tratta di un tassello fondamentale della trasmissione da padre a figlio di un tipo iconografico che Gian Lorenzo coltiverà fino alla fine, nel grande Salvator mundi degli ultimi anni di vita, il cui originale si propone di continuare a riconoscere nell’esemplare di Norfolk, assegnando invece a Giuseppe Mazzuoli la versione di San Sebastiano fuori le Mura a Roma.

«Chi perde vince»: un 'Salvatore ' di Gian Lorenzo e Pietro Bernini (1617-19 circa) / Montanari, Tomaso. - In: PROSPETTIVA. - ISSN 0394-0802. - 157-158(2015), pp. 176-191.

«Chi perde vince»: un 'Salvatore ' di Gian Lorenzo e Pietro Bernini (1617-19 circa)

MONTANARI, TOMASO
2015

Abstract

Si pubblica un’opera finora inedita in sede scientifica: un busto in marmo di un Salvator mundi oggi in collezione privata a New York passato nel 2010 ad un’asta londinese di Sotheby’s con l’attribuzione al «Circle of Pietro Bernini». La proposta è quella di vedere in quest’opera (che si può datare per via stilistica tra il 1617 e il 1619 circa) una scultura in cui l’esecuzione è senza dubbio del maturo Pietro Bernini, ma l’invenzione, la composizione e probabilmente i modelli vanno riconosciuti invece al giovane, ma già affermato, Gian Lorenzo. C'è, infatti, una concentrazione nuova, una solidità sconosciuta, una palpabile vita interiore che induce a raccontare il Cristo come una storia, o almeno come una psicologia individuale e cioè come un ritratto: non più come un oggetto, o come una ghiribizzosa natura morta di marmo. II Cristo è progettato e 'costruito’ come un ritratto: e Pietro non aveva probabilmente mai scolpito un busto ritratto in vita sua (o almeno noi non ne conosciamo nessuno), ed aveva sempre discilpinatamente camminato all'interno delle sicure corsie dei generi stabiliti. Questo 'ritratto di Cristo', invece, tende a superare quei confini: mettendo a frutto la grande lezione della pittura contemporanea, quella di Annibale Carracci e di Caravaggio. Nella complessa e articolata varietà di collaborazioni che vedono agire insieme il padre e il figlio nel secondo decennio del Seicento, questa inversione dei ruoli naturali tra padre-maestro e figlio-allievo è molto rara, e proprio per questo la ricomparsa di questo busto appare particolarmente significativa. Non meno interessante è il soggetto dell’opera: un busto di Cristo radicato nella più pura tradizione fiorentina. Si tratta di un tassello fondamentale della trasmissione da padre a figlio di un tipo iconografico che Gian Lorenzo coltiverà fino alla fine, nel grande Salvator mundi degli ultimi anni di vita, il cui originale si propone di continuare a riconoscere nell’esemplare di Norfolk, assegnando invece a Giuseppe Mazzuoli la versione di San Sebastiano fuori le Mura a Roma.
2015
«Chi perde vince»: un 'Salvatore ' di Gian Lorenzo e Pietro Bernini (1617-19 circa) / Montanari, Tomaso. - In: PROSPETTIVA. - ISSN 0394-0802. - 157-158(2015), pp. 176-191.
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