Ancora un numero di FA_Magazine sulla dipositio, ancora a partire da Vitruvio, ancora una riflessione su alcuni termini e procedure centrali della composizione architettonica qui sondati nella relazione tra la diposizione, il carattere e l’identità dell’opera. Si ribadisce, sulla scia di Vitruvio, come l’architettura costituisca un “modo dell’ordine”, una ricerca dell’ordine ottenuto attraverso modi e procedure diverse siano esse legate al momento ideativo-tematico sia a quello sintattico espressivo manifestato “in stanza” nell’opera mediante il carattere e le forme convenienti selezionate, dis-poste e cum-poste per esprimerlo e renderlo intellegibile con affordance. Ancora una volta nella tensione tra la logica, la razionalità e l’invenzione, la ricerca di una identità figurabile – ogni volta rinnovata e ritrovata “nella cosa” – che l’opera deve poter mettere in scena. Gli elementi da ordinare sono innanzitutto quelli della costruzione i quali legittimano se stessi e la loro apparizione solo nella loro costituzione formale divenendo elementi architettonici – parti e figure– responsabili, in una continua tensione tra ideale e reale, della realizzazione e manifestazione del carattere e dell’identità del manufatto intesa come “eguaglianza di un oggetto rispetto a se stesso, al suo significato” (ταὐτότης), della propria essenza, della verità che sottende come “adequatio rei et intellectus”, premessa e obiettivo di ogni espressione appropriata.
Editoriale. Dispositio come carattere e identità dell'opera / Editorial. Dispositio as Carachter and identity of the work / Capozzi, Renato. - In: FESTIVAL DELL'ARCHITETTURA MAGAZINE. - ISSN 2039-0491. - 36:(2016), pp. 7-12. [10.12838/issn.20390491/n36.2016/edit]
Editoriale. Dispositio come carattere e identità dell'opera / Editorial. Dispositio as Carachter and identity of the work
CAPOZZI, RENATO
2016
Abstract
Ancora un numero di FA_Magazine sulla dipositio, ancora a partire da Vitruvio, ancora una riflessione su alcuni termini e procedure centrali della composizione architettonica qui sondati nella relazione tra la diposizione, il carattere e l’identità dell’opera. Si ribadisce, sulla scia di Vitruvio, come l’architettura costituisca un “modo dell’ordine”, una ricerca dell’ordine ottenuto attraverso modi e procedure diverse siano esse legate al momento ideativo-tematico sia a quello sintattico espressivo manifestato “in stanza” nell’opera mediante il carattere e le forme convenienti selezionate, dis-poste e cum-poste per esprimerlo e renderlo intellegibile con affordance. Ancora una volta nella tensione tra la logica, la razionalità e l’invenzione, la ricerca di una identità figurabile – ogni volta rinnovata e ritrovata “nella cosa” – che l’opera deve poter mettere in scena. Gli elementi da ordinare sono innanzitutto quelli della costruzione i quali legittimano se stessi e la loro apparizione solo nella loro costituzione formale divenendo elementi architettonici – parti e figure– responsabili, in una continua tensione tra ideale e reale, della realizzazione e manifestazione del carattere e dell’identità del manufatto intesa come “eguaglianza di un oggetto rispetto a se stesso, al suo significato” (ταὐτότης), della propria essenza, della verità che sottende come “adequatio rei et intellectus”, premessa e obiettivo di ogni espressione appropriata.File | Dimensione | Formato | |
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