La concorrenza sleale per violazione della normativa pubblicistica del trasporto urbano non di linea: il caso Uber

L'Autrice affronta il problema della configurabilità come atto di concorrenza sleale, per violazione della normativa settoriale sull’autotrasporto urbano non di linea, della predisposizione da parte delle società del gruppo Uber di una piattaforma informatica idonea a permettere l’interconnessione tra gli utenti, aventi necessità di un servizio di trasporto urbano, e i guidatori, privi di licenza, disposti ad effettuare un tale servizio dietro corrispettivo. Nel commento l’A. si sofferma in particolar modo sulla vexata quaestio della configurabilità della violazione della normativa pubblicistica come atto contrario alla correttezza professionale e sugli sviluppi che l’adozione di una concezione proconcorrenziale della disciplina della concorrenza sleale può portare rispetto a siffatta problematica, con particolare riguardo ai mercati regolamentati, rimasti ai margini del processo di liberalizzazione.