Quella che oggi chiamiamo Europa è più propriamente un concetto vago, indeterminato, raramente connotato con precisione e mai unanimemente condiviso. Molte volte s’è tentato di definirla geograficamente, politicamente, culturalmente seguendo il divenire di alterni processi di dilatazione e contrazione che ne hanno segnato la lunghissima storia ma, alla fine, è forse ben condivisibile l’affermazione del geografo Philippe Rekacewicz secondo la quale ogni epoca storica abbia avuto una propria concezione di Europa (2014). Quale possibilità esiste, dunque, di legare l’idea di Europa al concetto di continente, nel rispetto di quanto indicato dall’etimologia latina del termine continere, tenere insieme? In un sistema così fluido, per il quale né la morfologia fisica, né l’orografia si sono rivelate sufficienti a garantire l’identità, varrebbe la pena concentrarsi sui valori culturali. Pur nella consapevolezza che la loro varietà e, dunque, indeterminatezza siano la causa più che la soluzione di molti problemi, sono proprio le espressioni di culture diverse tra loro gli oggetti da tenere insieme nel grande contenitore/continente Europa. In questo senso, i confini andrebbero ripensati, assimilandoli a membrane permeabili che disegnano linee di frontiera a geometria variabile, grazie ai quali l’omologazione lasci spazio alla coesistenza delle diversità ed il forzoso soffocamento delle varie identità ceda il passo alla loro consacrazione come risorse per il futuro.
Europa fluida: la necessità storica di confini permeabili / DELLE DONNE, Barbara. - In: GIORNALE WOLF. - ISSN 1974-8175. - 10(2014), pp. 23-26.
Europa fluida: la necessità storica di confini permeabili
DELLE DONNE, BARBARA
2014
Abstract
Quella che oggi chiamiamo Europa è più propriamente un concetto vago, indeterminato, raramente connotato con precisione e mai unanimemente condiviso. Molte volte s’è tentato di definirla geograficamente, politicamente, culturalmente seguendo il divenire di alterni processi di dilatazione e contrazione che ne hanno segnato la lunghissima storia ma, alla fine, è forse ben condivisibile l’affermazione del geografo Philippe Rekacewicz secondo la quale ogni epoca storica abbia avuto una propria concezione di Europa (2014). Quale possibilità esiste, dunque, di legare l’idea di Europa al concetto di continente, nel rispetto di quanto indicato dall’etimologia latina del termine continere, tenere insieme? In un sistema così fluido, per il quale né la morfologia fisica, né l’orografia si sono rivelate sufficienti a garantire l’identità, varrebbe la pena concentrarsi sui valori culturali. Pur nella consapevolezza che la loro varietà e, dunque, indeterminatezza siano la causa più che la soluzione di molti problemi, sono proprio le espressioni di culture diverse tra loro gli oggetti da tenere insieme nel grande contenitore/continente Europa. In questo senso, i confini andrebbero ripensati, assimilandoli a membrane permeabili che disegnano linee di frontiera a geometria variabile, grazie ai quali l’omologazione lasci spazio alla coesistenza delle diversità ed il forzoso soffocamento delle varie identità ceda il passo alla loro consacrazione come risorse per il futuro.File | Dimensione | Formato | |
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