In quest’articolo si intende osservare come, in linea con la ambiguità contenuta nella retorica della riforma dell'autonomia scolastica, ci si trovi ancora di fronte a quella che altrove ho definito una “guerra di discorsi” (Serpieri 2009, 2012) e che può essere anche vista come una appropria- zione della dirigenza scolastica da parte di forze, logiche e politiche in- tensione per prevalere l’una sull’altra. Più specificamente si intende sostenere che, così come per la educazione nel suo complesso, il dirigente scolastico diviene S-Oggetto di attenzioni e “cura” non solo della politica e della amministrazione e delle rappresentanze sindacali e professionali di categoria, come del resto è lecito attendersi. Sempre più spesso e con maggiore insistenza, inoltre, attori definibili come non educational (Gunter 2012, cm.) si affacciano sulla arena politico-amministrativo tentando di sottomettere ad una sorta di “privatizzazione” (cfr. Ball 2007, 2012) implicita (talvolta anche esplicita) sia le politiche scolastiche, che le scelte strategiche, nonché le opzioni valoriali, riguardanti le scuole e la sua stessa dirigenza. La “guerra” che si è, pertanto, scatenata ha finito per produrre una figura ibrida.
Leader o Manager? Il dirigente scolastico in Italia / Serpieri, Roberto. - In: DIRIGENTI SCUOLA. - ISSN 2280-8744. - 34(2014), pp. 249-260.
Leader o Manager? Il dirigente scolastico in Italia
SERPIERI, ROBERTO
2014
Abstract
In quest’articolo si intende osservare come, in linea con la ambiguità contenuta nella retorica della riforma dell'autonomia scolastica, ci si trovi ancora di fronte a quella che altrove ho definito una “guerra di discorsi” (Serpieri 2009, 2012) e che può essere anche vista come una appropria- zione della dirigenza scolastica da parte di forze, logiche e politiche in- tensione per prevalere l’una sull’altra. Più specificamente si intende sostenere che, così come per la educazione nel suo complesso, il dirigente scolastico diviene S-Oggetto di attenzioni e “cura” non solo della politica e della amministrazione e delle rappresentanze sindacali e professionali di categoria, come del resto è lecito attendersi. Sempre più spesso e con maggiore insistenza, inoltre, attori definibili come non educational (Gunter 2012, cm.) si affacciano sulla arena politico-amministrativo tentando di sottomettere ad una sorta di “privatizzazione” (cfr. Ball 2007, 2012) implicita (talvolta anche esplicita) sia le politiche scolastiche, che le scelte strategiche, nonché le opzioni valoriali, riguardanti le scuole e la sua stessa dirigenza. La “guerra” che si è, pertanto, scatenata ha finito per produrre una figura ibrida.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.