Lo studio degli aspetti non liturgici delle devozioni, quale appunto la presenza di reliquie e di “preziosi depositi” può fornire un valido contributo non solo per comprendere la sensibilità religiosa delle comunità che li custodivano, i modi in cui un culto o una devozione erano stati costruiti e rappresentati, i meccanismi della loro diffusione ma, soprattutto, l’importanza simbolica che veniva loro riconosciuta dalla collettività e che finiva con il travalicare l’ambito prettamente religioso per confluire in quello della costruzione di una coscienza cittadina. I casi esaminati sono stati quello di Urbano de Stadio, un verginiano morto nel 1628 in fama di santità a Frasso (in P.rincipato Ultra) il cui corpo fu tenuto nascosto per un secolo nella chiesa del Corpo di Cristo e di s. Menna le cui ossa furono casualmente rinvenute in una chiesa di S.Agata dei Goti nel 1677. A Capua, in particolare, nel 1712 venivano alla luce in cattedrale le reliquie di s. Rufo, s. Prisco, s. Carponio, s. Decoroso, di s. Quarto e s. Quinto e la memoria municipale non tardò ad affondare le sue radici nei suoi santi martiri della prima età cristiana. Infine le presunte reliquie di s. Placida, giunte a Capua nel 1758, dotarono le monache del S. Gabriele di un patrimonio di risorse simboliche, che contribuiva non solo a legittimare la loro identità come spazio sacro all’interno della città ma, al contempo, qualificava ulteriormente lo stesso spazio urbano.

Storie di ossa, polvere, urne. Capua e la sua corte celeste / Campanelli, Marcella. - In: CAPYS. RIVISTA DI STORIA E SCIENZE RELIGIOSE. - ISSN 2239-5423. - V:1(2014), pp. 95-105.

Storie di ossa, polvere, urne. Capua e la sua corte celeste

CAMPANELLI, MARCELLA
2014

Abstract

Lo studio degli aspetti non liturgici delle devozioni, quale appunto la presenza di reliquie e di “preziosi depositi” può fornire un valido contributo non solo per comprendere la sensibilità religiosa delle comunità che li custodivano, i modi in cui un culto o una devozione erano stati costruiti e rappresentati, i meccanismi della loro diffusione ma, soprattutto, l’importanza simbolica che veniva loro riconosciuta dalla collettività e che finiva con il travalicare l’ambito prettamente religioso per confluire in quello della costruzione di una coscienza cittadina. I casi esaminati sono stati quello di Urbano de Stadio, un verginiano morto nel 1628 in fama di santità a Frasso (in P.rincipato Ultra) il cui corpo fu tenuto nascosto per un secolo nella chiesa del Corpo di Cristo e di s. Menna le cui ossa furono casualmente rinvenute in una chiesa di S.Agata dei Goti nel 1677. A Capua, in particolare, nel 1712 venivano alla luce in cattedrale le reliquie di s. Rufo, s. Prisco, s. Carponio, s. Decoroso, di s. Quarto e s. Quinto e la memoria municipale non tardò ad affondare le sue radici nei suoi santi martiri della prima età cristiana. Infine le presunte reliquie di s. Placida, giunte a Capua nel 1758, dotarono le monache del S. Gabriele di un patrimonio di risorse simboliche, che contribuiva non solo a legittimare la loro identità come spazio sacro all’interno della città ma, al contempo, qualificava ulteriormente lo stesso spazio urbano.
2014
Storie di ossa, polvere, urne. Capua e la sua corte celeste / Campanelli, Marcella. - In: CAPYS. RIVISTA DI STORIA E SCIENZE RELIGIOSE. - ISSN 2239-5423. - V:1(2014), pp. 95-105.
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